NELLA DISSENNATA GESTIONE DEI RIFIUTI, CAMPANIA E SICILIA SONO ALLA PARI. SOLO DICARICHE E NIENTE RACCOLTA DIFFERENZIATA. LI I RILIEVI EPIDEMIOLOGICI FUNZIONANO. E DA NOI?
La notizia, oggi, è su tanti giornali del nostro Paese. Ad Acerra e in altre aree della Campania dove i rifiuti vengono piazzati nelle discariche i morti per cancro, dal 2009 ad oggi, sono raddoppiati e, in alcuni casi, triplicati.
Ad Acerra – dice una signora in un video molto gettonato sulla rete – oggi si muore solo di cancro.
In Campania, per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, non esistono mezzi alternativi alla discariche. Fino a un anno fa i cumuli dimmondizia restavano per le strade per giorni e giorni. Fino a quando la gente del luogo, esasperata, non appiccava il fuoco. Costringendo i Vigili del fuoco ad intervenire. Una volta spente le fiamme, limmondizia veniva portata via.
Oggi il problema è meno grave. Ma i danni, ormai, ci sono. E sono gravissimi.
Quello che sta succedendo in Campania finisce sui giornali. Quello che sta succedendo in Sicilia, no. Eppure, anche in Sicilia lo spettacolo, dal 2009 ad oggi, non è stato molto diverso. Magari non è stato diffuso come ad Acerra e dintorni. Ma non possiamo certo dire che, a Palermo e dintorni, non mancano zone dove limmondizia non raccolta ristagna per giorni e giorni.
Non possiamo certo dire che, in certe zone di Palermo e nei centri vicini – pensiamo a Cinisi, Terrasini, Carini, Isola delle Femmine, Capaci, fino a lambire Partrinico non ci sia immondizia per le strade. Non possiamo certo dire che a Palermo e dintorni, negli ultimi anni, non ci siano stati incendi di cassonetti di rifiuti.
Una cosa che possiamo dire con certezza – una delle pochissime certezze di questa incerta Sicilia – è che in Sicilia i dati epidemiologici lasciano il tempo che trovano. Anzi, per essere precisi, non hanno mai trovato il tempo per materializzarsi.
Certo, la Regione si è dotata di un pomposo Osservatorio epidemiologico. Ma cosa ha osservato fino ad oggi questOsservatorio? Secondo noi, nulla.
La Sicilia, in materia di gestione dei rifiuti, è uguale, in tutto e per tutto, alla Campania. Stessa metodologia di smaltimento: le discariche. Stessi scenari ogni volta che le autorità provano ad aprire una nuova discarica: le proteste della gente. Assenza di raccolta differenziata. Permanenza dei rifiuti nelle strade per intere settimane. Disperazione degli abitanti dei centri abitati sommersi dallimmondizia e incendi frutto della disperazione della gente.
Forse, rispetto alla Campania, in Sicilia registriamo qualche incendio in meno. Per il resto, in molte zone di Palermo e dintorni lo scenario è lo stesso.
Non bisogna osservare lo scenario oggi. Bisogna analizzare quello che è successo a Palermo e dintorni dal 2009 ad oggi. La presenza dellimmondizia nelle strade, per intere settimane, è stata una costante. E una costante – ripetiamo: meno che in Campania – sono stati gli incendi diffusi nelle aree della città di Palermo e nel territorio.
In compenso, la scorsa estate, abbiamo avuto lincendio della discarica di Bellolampo. Con una pioggia di veleni su Palermo e i centri vicini che è durata, ininterrottamente, per quasi due mesi. Pesantissima nel primo mese (gli abitanti di Borgo Nuovo, del Cep, di via Leonardo Da Vinci e di viale Michelangelo si svegliavano con i balconi e le finestre piene di cenere). più leggera, ma costante, nei due-tre mesi successivi.
Lo ripetiamo: a Palermo e nei centri vicini non abbiamo vissuto uno scenario diverso da quello di alcune aree della Campania. Lunica cosa diversa è la totale assenza di dati epidemiologici. Non cè da stare tranquilli, lo ripetiamo: perché lincendio di Bellolampo ha prodotto molti più danni dei tanti incendi di Acerra.
Ne abbiamo coscienza? A nostro avviso, no. Tantè vero che, la scorsa settimana, migliaia di persone che abitano a Cinisi, a Terrasini, a Carini, a Capaci, a Isola delle Femmine, a Villagrazia di Carini e via continuando sono dovute scendere in piazza per dire No a una nuova discarica – definita eufemisticamente centro di trasferenza – che il Governo regionale avrebbe voluto aprire a due passi da Città del Mare, a Terrasini.
Ma oggi, in Sicilia, lemergenza non sono i rifiuti che continuano a ristagnare nelle strade di Palermo e nelle strade che collegano Cinisi, Terrasini, Villagrazia di Carini, Capaci. Oggi lemergenza è rappresentata dai mezzi di informazione che informano senza controllo su certi signori che vorrebbero continuare ad arricchirsi con le discariche.
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