Rifiuti, nell’appalto 775 operai. Oggi sono oltre 850 Arriva nel frattempo la terza proroga per la Dusty

Oggi il cantiere Catania impiega oltre 850 lavoratori, tra tempo determinato e indeterminato. Nella futura gara d’appalto ne sono previsti 775. Già un centinaio in più di quanti il Comune ne aveva contati nella scorsa amministrazione. Il bando settennale per la raccolta dei rifiuti è enorme non solo per l’importo (compresa l’Iva, circa 373 milioni di euro) ma anche per le ricadute occupazionali. Se tra i lavoratori non ci fossero tanti parenti, si potrebbe parlare di quasi un migliaio di famiglie che dipendono dall’igiene urbana. Nel capoluogo etneo, ce n’è a sufficienza per tutti. Almeno questo sarà quello che sosterranno le sigle sindacali. «Non lasceremo indietro nessuno», anticipano a MeridioNews

Sicuro è che qualcosa dovrà cambiare. Una delle ipotesi è che si proponga di ridurre le ore ai lavoratori, in modo da potere chiedere alle future imprese aggiudicatarie di assumere tutti. E di non lasciare fuori, quindi, le persone che non hanno diritto di essere incluse, in quanto non a tempo indeterminato. Le trattative si faranno a gara settennale aggiudicata. Quindi tra mesi e mesi. Perché nonostante i proclami dell’amministrazione guidata da Salvo Pogliese, di tempo perché l’affaire munnizza si definisca con una vera svolta potrebbe volercene parecchio. L’Urega non ha pubblicato il bando (e comunque non è detto che le aziende partecipino), e questa settimana in Consiglio comunale è stato votato solo l’impegno di spesa. Sebbene i toni della seduta siano stati più quelli di un referendum sulla gestione della raccolta cittadina. «Chi non vota questo atto, non ama Catania e vuole un’altra proroga», ha detto in sintesi l’assessore all’Ecologia Fabio Cantarella.

In realtà, però, la proroga alla Dusty si deve fare comunque. La seconda è scaduta, così ieri sera il dirigente del settore Stefano Sorbino (sostituto di Lara Riguccio, il cui contratto è rimasto vittima del dissesto e dell’assenza del bilancio stabilmente riequilibrato), appena tornato da Roma, ha firmato la terza in extremis. Condizioni uguali a quelle del passato: 130 giorni, 18 milioni di euro e la solita clausola per la chiusura del contratto nel caso in cui venisse aggiudicata per tempo la gara dei prossimi sette anni. Le stime inserite in bilancio prevedono che il nuovo servizio prenda il via l’1 gennaio 2020, ma è una possibilità di difficile realizzazione, visti i tempi tecnici. Come raccontato in questi mesi da MeridioNews, la città sarà divisa in quattro lotti: ciascuna azienda potrà vincerne fino a un massimo di due. «Per agevolare la concorrenza», sostiene l’amministrazione.

Quel che è certo è che la nuova gara prevede il porta a porta diffuso. O meglio: una «raccolta domiciliare responsabile», così come spiegato nella Relazione sull’affidamento allegata all’impegno di spesa approvato in Comune. Un documento di 49 pagine che altro non è che l’aggiornamento al piano d’intervento di cui tanto si è discusso su queste pagine e a Palazzo degli elefanti. Per mesi la Società di regolamentazione dei rifiuti e l’ufficio Ecologia del Comune hanno spiegato di stare sistemando il documento approvato dal Consiglio comunale nel 2016, dopo una lunga concertazione della vecchia amministrazione anche con le associazioni che lavorano sul territorio.

Il senato cittadino è, infatti, l’unico organismo che può decidere sulle modalità di esecuzione del servizio. Ma è anche vero che la legge stabilisce la possibilità, per gli uffici, di «aggiornare» le modalità, se rimangono fermi gli obiettivi di fondo. Per la Srr e l’Ecologia, le 49 pagine della relazione sono un «aggiornamento» e non una «modifica». Quest’ultima avrebbe necessitato di un ulteriore passaggio in aula consiliare, rischiando di allungare a dismisura i tempi per la nuova gara (che i cittadini attendono dal lontano 2016). La relazione fissa i giorni per la raccolta porta a porta e stabilisce che, nel caso di condomini con più utenze, l’amministratore possa decidere di organizzare la raccolta con due mastelli grandi in cui conferire, in base al calendario, rifiuti secchi, umidi, e frazioni riciclabili. Tutto con sistema di identificazione dell’utenza domestica tramite codice a barre o bollino identificativo (il sistema Rfid, quello degli adesivi nei capi d’abbigliamento, per intenderci). 

Luisa Santangelo

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