«Abbiamo già chiesto al ministero di concederci qualche mese, ma non possiamo continuare di proroga in proroga sulle discariche, è necessario avviare un più lento ma efficace processo di conversione, un sistema nuovo per i rifiuti altrimenti arriviamo al collasso. Su questo tema, sui rifiuti, intendo giocarmi la credibilità personale e quella del mio governo». Il presidente della Regione Nello Musumeci è intervenuto oggi all’Ecoforum organizzato da Legambiente ai Cantieri culturali della Zisa, tornando sulla situazione disastrosa ereditata da anni di malagestione dei rifiuti.
Una nuova ordinanza di Musumeci, che non ha ancora nominato il nuovo assessore all’Energia come il resto della giunta, garantirà dunque, attraverso un’altra proroga, il funzionamento delle discariche interessate da un provvedimento di chiusura, evitando dunque che i rifiuti invadano le città, come era avvenuto a marzo e a giugno, ma non servirà certamente a risolvere l’emergenza, visto che la legge mette paletti sulla costruzione di nuovi impianti e le discariche esistenti andranno ad esaurirsi, come spiegano gli uffici dell’assessorato, al massimo entro dodici mesi.
Posto che l’ordinanza firmata dal precedente governo Crocetta per il funzionamento di alcune discariche siciliane per le quali era stata stabilita la chiusura, sarà rinnovata, il nodo su come chiudere il ciclo dei rifiuti resta aperto. E L’ approccio non sarà facile anche per via delle infiltrazioni criminali ormai radicate nella gestione del settore. Musumeci non ne ha fatto mistero, indicando il fenomeno come uno degli ostacoli su cui vuole «un’inversione di tendenza». «Non possiamo restare inermi di fronti al dramma delle discariche, è stato detto che la mafia punta la propria attenzione sul flusso di denaro. Da presidente dell’Antimafia ho avuto modo di affrontare il fenomeno, coinvolgendo il professore Aurelio Angelini che aveva allora redatto una corposa e articolata relazione. Opererò subito, anche sulla base degli studi fatti, una concreta inversione di tendenza, abbiamo la necessità di uscire fuori da questo vicolo cieco che da decenni ci costringe ad avvitarci su noi stessi, facendo le fortune di qualcuno, ma pesando sul cittadino utente che paga di più e riceve un servizio sempre meno qualificato».
Ma il quadro reale della situazione rifiuti in Sicilia lo ha disegnato Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia, che ha puntato il dito sul mancato incremento dell’indice della differenziata, ferma intorno al 20 per cento di media regionale dopo una crescita negli ultimi due anni. «Siamo la regione che spende di più per la gestione dei rifiuti, il giro è di un miliardo di euro l’anno, abbiamo la Tari più alta d’Europa e un pessimo servizio di raccolta differenziata. Siamo alle cifre più basse d’Italia – lamenta Zanna – solo la città di Marsala effettua una raccolta più dignitosa, ben oltre la media regionale che è sotto il 20 per cento, come rileva l’ufficio speciale per la raccolta differenziata. Al governo regionale – aggiunge ancora Zanna – chiediamo di non ripetere l’esperienza del governo Crocetta, che ha fatto peggio dei precedenti. Diciamo basta al potenziamento delle discariche, chiediamo che il governo faccia una moratoria sull’autorizzazione degli impianti, ma nello stesso tempo che gli imprenditori vengano a investire su impianti che servano, ma devono essere seri e fare diventare rifiuti una risorsa, no agli inceneritori, siamo contro l’obiettivo di bruciare i rifiuti, e promuoviamo la trasformazione, attraverso l’economia circolare già sperimentata all’estero».
Il governo regionale non potrà dunque contare su troppe proroghe, ma la giunta, da quanto ha affermato anche oggi il neo presidente, non dovrebbe tardare ancora troppo ad arrivare. «Concedetemi ancora due o tre giorni – ha detto Musumeci ai giornalisti – in settimana vi comunicherò la squadra».
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