Rifiuti, Messina virtuosa con la carta e il cartone Comieco: «Città modello, in Sicilia si può fare di più»

«Siamo convinti che il modello Messina possa servire come riferimento per le altre province siciliane». A parlare è Alberto Marchi, presidente del Comieco che ha scelto proprio la città dello Stretto per presentare il suo 27esimo rapporto nazionale su raccolta, riciclo e recupero di carta e cartone in Italia. Si parla di modello Messina perché i dati della raccolta differenziata nel 2021 hanno raggiunto i 51 chili per abitante. Messina produce 110-115 mila tonnellate annue di rifiuti urbani. Fino al 2015 la raccolta differenziata era inferiore al 10 per cento. «Se la Sicilia raccogliesse con questo valore medio avremmo volumi aggiuntivi di oltre 40mila tonnellate». Secondo i dati sviluppati da Comieco, l’orizzonte è di 17mila tonnellate annue per la raccolta di carta e cartone con una resa procapite sopra i 70 chili per abitante. Applicato a livello regionale, questo standard porterebbe l’intera Sicilia ben oltre le 300mila tonnellate annue, rendendola uno dei maggiori giacimenti di carta e cartone in Italia. Anche perché proprio la nostra Isola è quella che ha contribuito negli ultimi anni in misura più rilevante alla crescita del Meridione, nella capacità di riciclo, pur penalizzata dalla risultati delle due città più grandi, Palermo e Catania.

«Messina è un modello nel campo della raccolta differenziata e la presenza di Comieco qui oggi ci dà la possibilità di far ricredere chi continuava a non dare credito ai nostri risultati», spiega Giuseppe Lombardo, presidente di Messina Servizi Bene Comune, l’azienda che si occupa del servizio di raccolta e gestione dei rifiuti. «Il nostro metodo di lavoro funziona. Comieco presenta in città il 27esimo rapporto nazionale perché Messina è stata una delle migliori, a livello nazionale, nel campo degli imballaggi di carta e cartone nel 2021». Per carta e cartone, la provincia di Messina si piazza al secondo posto in Sicilia dopo Ragusa, che raggiunge il 56 per cento. Staccati poi ci sono Trapani con il 50,9, Siracusa con il 48,1, Caltanissetta con il 45,6, Agrigento con il 42,2, Catania si ferma al 41 per cento, Enna al 40,3 e chiude Palermo con un 30,7. «Finalmente gli sforzi compiuti da Messina Servizi cominciano a produrre frutti significativi», conclude Lombardo. Che poi lancia una stoccata al governo di palazzo d’Orleans: «Fare la raccolta differenziata significa dare una mano all’ambiente e dire no alla mafia. Come è stato documentato dal procuratore di Catania Carmelo Zuccaro, occorre sottrarre ai clan che hanno il dominio sulla gestione dei rifiuti. Qui ci siamo riusciti, con una gestione efficiente e quando, nel maggio 2021, abbiamo tolto l’ultimo cassonetto si è trattato di un punto di partenza».

Ha voluto ringraziare gli operatori della Messina Servizi bene comune Carlo Montalbetti, direttore generale di Comieco. «Tu fai un gesto e Messina servizi fa il resto», ha esordito mutuando dallo slogan storico di Comieco. «Il segreto è quello di avere la garanzia che questo piccolo sforzo quotidiano può migliorare se trova un servizio efficiente come è successo a Messina». Attraverso le 983 convenzioni attive, nel 2021 Comieco ha corrisposto ai Comuni 218 milioni di euro, «con un aumento del 44 per cento rispetto al 2020, per la presa in carico e l’avvio a riciclo di oltre 2,5 milioni di tonnellate, pari a circa il 70 per cento della raccolta differenziata comunale in Italia: il picco massimo di quantità gestite in tanti anni di storia – ha sottolineato -. Ma c’è da lavorare per ridurre le quantità di carta e cartone che ancora arrivano in discarica. Si parla di 800mila tonnellate che potrebbero invece tornare ad avere una nuova vita».

Tanti gli spunti emersi nel corso del forum che ha visto come relatori Amelio Cecchini, vicepresidente Comieco, Fabio Costarella, responsabile piani di sviluppo della raccolta differenziata al Centro-Sud Conai, Carlo De Iuliis, vicepresidente Assocarta, e Carmelo Marangi, vicepresidente Unrima. La chiusura è spettata a Laura D’Aprile, a capo del dipartimento Transizione Ecologica del Ministero.

Simona Arena

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