Lo si dà per imminente da mesi. E negli ultimi giorni la promessa di maggioranza e opposizione è che sarebbe stato calendarizzato a breve. Invece il regolamento sui rifiuti resta impantanato a Sala delle Lapidi. Tra scambi di accuse e ricostruzioni divergenti. Nella bozza di regolamento che sta circolando, composto da ben 55 articoli e una serie di allegati, si disciplina la gestione dei rifiuti urbani: dalla raccolta differenziata ai rifiuti contenenti amianto e quelli provenienti da attività cimiteriale, dai servizi di spazzamento alla disciplina del volantinaggio in città, dai mercati agli scarichi abusivi. Ampio spazio, poi, all’individuazione di nuovi organi di vigilanza e controllo – la tanto discussa figura degli ispettori ambientali – e all’individuazione dell’anagrafe comunale dei rifiuti «per rendere pubblici i dati quantitativi e qualitativi relativi alla raccolta, al recupero ed allo smaltimento dei rifiuti urbani ed assimilati prodotti nell’ambito del territorio comunale di Palermo». Importanti, infine, anche gli allegati relativi al compostaggio domestico e quello relativo a un rinnovato e più severo sistema di sanzioni.
«La discussione verte sugli ispettori ambientali – afferma il consigliere comunale M5s Antonino Randazzo – La maggioranza, e anche noi siamo d’accordo, spinge affinché per questo incarico venga destinato il personale proveniente dalla Ssr o da Rap. Qualche consigliere invece spinge per fare in modo che si attinga sempre dagli ex Spo, e in questo modo si tiene in ostaggio una maggioranza debole che non riesce ad essere compatta e approvare regolamenti fondamentali per la città di Palermo. L’ultimo regolamento sui rifiuti approvato è del 1997 e ciò è assolutamente vergognoso. Addirittura non abbiamo un regolamento che abbia recepito le normative nazionali (152/2006) e la legge regionale del 2010». Un ulteriore rammarico se si pensa che il regolamento è praticamente pronto. «Il lavoro da parte della terza e quarta commissione è stato notevole, dell’ufficio Ambiente e dell’assessore Catania è stato notevole – sostiene ancora Randazzo – Ed è venuto fuori un regolamento molto buono, frutto di uno sforzo congiunto e trasversale fra le varie forze politiche».
Diversa l’interpretazione di un’altra parte dell’opposizione a Sala delle Lapidi. «Il regolamento non va avanti perché ci sono una settantina di emendamenti – spiega Giulio Tantillo, capogruppo di Forza Italia in Consiglio – In particolare si discute sull’aspetto delle sanzioni, che vanno verso un inasprimento: chi va a depositare degli ingombranti per le strade va sanzionato in maniera adeguata. Non comunque è una cosa facile e serve una condivisione di intenti, così come su diversi altri punti, per un piano del genere c’è bisogno di capire bene come agire: è urgente per esempio eliminare le campane per la raccolta del vetro, che spesso non sono altro che un ricettacolo di rifiuti e per farlo bisogna anche discutere sulle isole ecologiche, capire quante ne servono in ogni circoscrizione, come riprogrammarle e quando potranno essere operative. Nulla va lasciato al caso, persino la presenza e il posizionamento dei cestini gettacarta». La data in cui il regolamento vedrà luce, sempre secondo Tantillo, è stata posticipata anche a causa dell’accelerazione del regolamento del suolo pubblico. «L’aula – continua – a quanto pare si è determinata per questo, anche per via delle scadenze delle concessioni che mettono molte attività che hanno dei dehors a rischio sanzione».
Tantillo inoltre schiva le polemiche riguardo al possibile impiego dell’ex personale della Sco come ispettori ambientali. «Non va fatta confusione – dice – gli ispettori vanno presi dalla Srr, per gli ex Spo ci saranno altri ruoli professionali, non si tratta di nessun riciclo, c’è una legge regionale sulla mobilità interaziendale che impone in caso di bisogno di attingere dal personale di altre società partecipate, anche se dismesse». Di fronte alla spaccatura delle opposizioni, sul ritardo accumulato dal regolamento dei rifiuti è la maggioranza che prova a gettare acqua sul fuoco. «Dopo il regolamento sui dehors, approveremo quello sui rifiuti e poi quello sull’inclusione – spiega Gianluca Inzerillo, di Sicilia Futura – Tutti i regolamenti stanno scontando ritardi, ma finalmente per Sala delle Lapidi si avvia una stagione produttiva. Si deve solo smussare qualcosa, ma il provvedimento è sostanzialmente pronto e verrà calendarizzato presumibilmente per questa settimana».
Quella degli ex dipendenti della Spo in ogni caso è una vicenda che si trascina da quasi dieci anni. Nata come costola di Gesip, la Spo (acronimo di Servizi per l’occupazione) avrebbe dovuto occuparsi di diversi servizi per la città, tra cui la gestione di alcuni aspetti della raccolta differenziata – cosa, quest’ultima, mai avvenuta. La società è stata messa in liquidazione nel 2010, anticipando di fatto il destino della società madre, un processo che si concluse con il licenziamento dei suoi dipendenti, una novantina di precari tra cui, si scoprirà poi, diversi parenti di consiglieri comunali e figure legate al mondo della politica.
Da allora la questione legata alla Spo si ripresenta periodicamente in Sala delle Lapidi e non solo. Nel 2011 ci fu un primo tentativo, senza successo, da parte del Comune di riciclare gli ex dipendenti affidando loro, tramite la Sispi, il servizio di notifica delle multe. Poi è stata la volta della Regione, che ha provato a inserire i precari nel già nutrito bacino degli ex Pip. E si concluderà con un nulla di fatto anche la possibilità di fare confluire gli ex Spo nella neonata Reset, dove invece ha trovato casa buona parte dei reduci di Gesip. Nel 2007 una sentenza del tribunale del Lavoro ha imposto il reintegro dei precari, ma nel frattempo l’azienda era già fallita. Di tentativo in tentativo si arriva al 2019, quando dapprima in Consiglio, sotto la spinta di Mimmo Russo, si è pensato di fare pagare il parcheggio sulle strisce blu anche nelle ore di pranzo e affidare il servizio di controllo proprio agli ex Spo. Adesso, l’ultima idea, sempre su impulso di Russo, è quella di affidare loro la funzione di ispettori ambientali.
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