Inizia subito in salita la strada per Girolamo Caruso, nuovo amministratore unico della Rap. L’ingegnere, che ha preso il posto di Maurizio Miliziano, che si è dimesso dopo il caso di incompatibilità di carica segnalata dall’ufficio di gabinetto del sindaco, si trova già a dovere far fronte alla sua prima emergenza rifiuti. Un’emergenza che è rimasta sotto traccia nelle ultime settimane, con i vari cumuli per le strade che poco a poco sono stati rimossi, quartiere per quartiere, salvo poi ritornare dopo alcuni turni saltati della raccolta differenziata porta a porta – è il caso della zona Politeama del troncone Palermo2 di Palermo differenzia – per poi essere nuovamente raccolti, ma non prima di avere causato i soliti disagi.
Caruso, che nel curriculum vanta esperienze lavorative all’Italter, una carriera da dirigente Enel e una parentesi al ministero delle Infrastrutture, prima del pensionamento arrivato a inizio anno, dovrà inoltre vedersela con il malcontento diffuso generato dalla notizia di un inevitabile aumento della tassa sui rifiuti. Un aumento che da mesi palazzo delle Aquile imputa alla Regione e a una gestione piuttosto macchinosa di autorizzazioni e discariche, che ha costretto la città capoluogo di Regione a dovere fare a meno della sua discarica e conferire la propria frazione indifferenziata al di fuori dei confini dell’area metropolitana, con tutti i costi che questo comporta e i relativi disagi: dalla chiusura dell’impianto di Alcamo a quella più recente della discarica di Lentini, che hanno costretto di volta in volta l’azienda a dovere cambiare i suoi piani.
«Tutto quello che un’azienda che opera nel settore dello smaltimento dei rifiuti spende per raccolta e conferimento dei rifiuti si traduce nella Tari che poi viene applicata ai cittadini – spiega l’assessore ai rapporti con la Rap Sergio Marino ai microfoni di Radio Fantastica Rmb – L’aumento Tari è determinato non da maggiori costi di un servizio ordinario, ma da una mancanza impiantistica della Regione Siciliana che ha portato alla chiusura della vasca di Bellolampo e quindi a maggiori costi per il conferimento dei rifiuti al di fuori della città di Palermo. Questo è purtroppo un evento imprevedibile, causato da ritardi sull’autorizzazione della settima vasca quindi è un aumento temporaneo visto che ci auguriamo che la settima vasca venga consegnata al Comune di Palermo entro l’anno per tornare ai costi ordinari».
In realtà i soldi dell’aumento della Tari non servono solo a garantire il servizio, diventato oltremodo più costoso per le ragioni già spiegate da Marino – e per le quali il Comune pare intenzionato a rivalersi sulla Regione con la richiesta di un risarcimento – In gioco infatti c’è l’intero futuro della partecipata che si occupa della gestione dei rifiuti. Le lotte in Consiglio, dove Orlando da tempo non ha più una maggioranza, sul Pef Tari, il piano economico finanziario con il quale si autorizzerebbe il Comune a versare a coprire gli extracosti Rap, resta asprissima, con Italia Viva intenzionata a fare muro e il sindaco che non trova sponde responsabili tra i suoi oppositori. Una vicenda destinata ad andare avanti ancora a lungo, anche questa finita sulle spalle del neoarrivato Girolamo Caruso.
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