Rifiuti, la promessa dell’Osservatorio resta nel cassetto «Uno strumento di democrazia che aspettiamo da mesi»

Il momento sarebbe stato giusto qualche mese fa, adesso si rischia di non fare in tempo. L’istituzione dell’osservatorio comunale sui Rifiuti potrebbe partire quando sarà troppo tardi per incidere sul futuro della raccolta della spazzatura nella città di Catania. Promesso da mesi, è ancora lontano dall’essere realtà. A differenza della fine di marzo, periodo in cui dovrebbe essere pubblicata la gara settennale sull’igiene urbana cittadina, che è invece piuttosto vicina. «È da settembre che attendiamo che la discussione sull’osservatorio passi sul piano pratico ma, nonostante alcuni incontri negli uffici dell’assessorato, i passi avanti sono pochi», spiega a MeridioNews Daniele Drago, referente per il territorio di Catania dell’associazione Rifiuti zero Sicilia. Una bozza di regolamento è già stata inviata e, dopo gli uffici, dovrebbe passare al vaglio della giunta e successivamente del Consiglio comunale. L’organismo deputato alle decisioni su questo genere di iniziative.

Nelle sei pagine predisposte da Rifiuti zero si parte dall’obiettivo dell’osservatorio: «Garantire un proficuo e collaborativo rapporto con le istituzioni e la società civile, nonché favorire l’avvio di un dibattito costruttivo sulle linee programmatiche d’indirizzo e sulle problematiche inerenti l’organizzazione e la gestione dei rifiuti e delle raccolte differenziate». Un proposito nobile da realizzarsi attraverso, essenzialmente, la condivisione di dati, informazioni e documenti tra Palazzo degli elefanti, associazioni che si occupano di ecologia e ambiente e organizzazioni di categoria. Secondo il regolamento, oltre al Comune, a un rappresentante degli operatori ecologici e a un delegato della ditta gestrice – pro tempore – del servizio di raccolta, a sedere attorno allo stesso tavolo dovrebbero essere anche Confindustria, Confartigianato, FederalberghiConfesercenti e «un rappresentante per associazioni locali di società civile che presentano domanda». Non tutte sarebbero ammesse, però: servirebbe che siano attive, anche localmente, da almeno tre anni e che abbiano, da statuto, finalità coerenti con l’obiettivo dell’osservatorio.

«L’osservatorio – prosegue il regolamento – si pone come obiettivo specifico quello di studiare i dati del Comune di Catania». Cioè le percentuali di raccolta differenziata e di rifiuti organici compostati, oltre che i costi dei servizi e le modalità di esecuzione dell’appalto. Tra le informazioni che l’osservatorio dovrebbe ricevere dal municipio ci sono anche i «report delle sanzioni pecuniarie» e quelli delle segnalazioni e dei reclami. «Il punto è che, tramite l’osservatorio, si aprirebbe un tavolo di confronto con l’amministrazione – aggiunge Daniele Drago – Un’occasione per dare un contributo concreto alla vita della città e la aspettiamo da cinque mesi». Sarebbe un modo, insomma, per rendere istituzionale un dialogo che, in passato, è stato informale: il riferimento è al piano d’intervento sui rifiuti votato nel 2016 dal Consiglio comunale ed emendato dopo una lunga concertazione con le associazioni (tra le quali la stessa Rifiuti zero e Cittàinsieme). 

Per mettere sul piatto un altro tema, sarebbe anche il luogo in cui contribuire all’aggiornamento del suddetto piano d’intervento che proprio in questi giorni dovrebbe arrivare in commissione consiliare Ecologia solo «a scopo consultivo». «Se si fosse costituito per tempo l’Osservatorio, gli uffici che stanno lavorando all’aggiornamento avrebbero avuto un interlocutore istituzionale, voluto direttamente da Palazzo degli elefanti – continua Drago – Ci saremmo potuti confrontare su temi tecnici e avremmo potuto trovare una soluzione condivisa. Certi processi possono essere resi più democratici: gli strumenti ci sono, basta usarli. In questo modo, si ha la percezione che le decisioni vengano prese chiusi in una stanza, mentre la città ha le forze per condividere la responsabilità delle scelte». 

Un appello, insomma, alla giunta guidata dal sindaco Salvo Pogliese che, in contrapposizione con l’ex primo cittadino Enzo Bianco, ha sempre dichiarato di volere il palazzo aperto. «Sia chiaro – puntualizza Drago – l’Osservatorio deve essere anche il luogo non solo della critica e dell’analisi, ma anche della proposta». Iniziative di sensibilizzazione, suggerimenti sul miglioramento del servizio di igiene urbana, eventi che promuovano il valore della differenziazione dei rifiuti e del compostaggio, anche a livello domestico. «C’è una legge regionale che dà a questi strumenti le prerogative citate», e altrettanto fa lo Statuto del Comune di Catania a proposito delle consulte, molto simili. «Le competenze le abbiamo – conclude Daniele Drago – sfruttiamole».

Luisa Santangelo

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