Non riescono a trovare pace i sindaci dei 50 comuni delle province di Palermo e Trapani costretti a trasportare i rifiuti fino a Motta Sant’Anastasia. Arriva oggi un nuovo stop alla raccolta, nell’esatto giorno in cui Nello Musumeci si reca a Roma per un faccia a faccia con il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni sul tema scottante e ricorrente dell’emergenza rifiuti siciliana.
Nella tarda serata di ieri era stato il sindaco di Bagheria Patrizio Cinque a lanciare l’allarme della nuova emergenza rifiuti. Il grillino, dopo aver appreso notizie negative sull’imminente frenata al sistema dello smaltimento dei rifiuti, ha comunicato in una nota di essere nell’attesa di ulteriori sviluppi sulla vicenda. La società Oikos, che gestisce la discarica di Motta Sant’Anastasia, in provincia di Catania, ha sbarrato i cancelli agli autocompattatori provenienti dai 50 Comuni che utilizzano l’impianto di Bellolampo per la stabilizzazione dello scarto indifferenziato. Sul diniego della discarica etnea peserebbe un contenzioso finanziario con la società palermitana. La Oikos avrebbe chiesto una garanzia bancaria o assicurativa di quasi due milioni di euro che EcoAmbiente non sarebbe in grado di dare. «Abbiamo predisposto una nota indirizzata anche a tutti gli organi competenti maggiormente esplicativa di quanto accaduto – spiegano da Ecoambiente – e ci stiamo adoperando per la soluzione del problema con l’aiuto della Regione».
Intanto nei Comuni interessati dallo stop al conferimento scattano i piani d’emergenza. «La società ha comunicato ai Comuni, per le vie brevi, che a seguito del rifiuto di Oikos nel far conferire presso la discarica catanese – ha comunicato Cinque a bagheresi -, si è nell’impossibilità, a partire da domani, di effettuare il servizio di raccolta dell’indifferenziato». «Da domani – ha detto anche il sindaco di Termini Imerese Francesco Giunta – non saremo più in condizioni di raccogliere i rifiuti». Secondo il sindaco di Cefalù, Rosario Lapunzina, «la situazione è diventata insostenibile».
L’impegno dei sindaci, che hanno deciso di fare fronte comune nel corso di un incontro che si è tenuto lo scorso 8 gennaio a San Cipirello, non si ferma. Gli amministratori dei 50 Comuni coinvolti hanno annunciato di voler restare uniti al fine di trovare una soluzione comune. «Contestiamo in toto la situazione che si sta venendo a creare in questo caos rifiuti – dice il sindaco di San Cipirello Vincenzo Geluso a MeridioNews -. Non siamo obbligati a trasferire i rifiuti dove viene comandato e a condizioni diverse da quelle decise nel contratto. I contratti si rispettano, non è possibile modificare unilateralmente tariffe e condizioni senza il consenso dei sindaci». I primi cittadini chiederanno, attraverso una lettera congiunta, l’intervento urgente del prefetto.
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