«Ci dicano dove dobbiamo andare a scaricare i rifiuti perché adesso siamo in seria difficoltà», è quanto affermano i sindaci dei 50 comuni che da ieri non sanno più dove andare a conferire i propri rifiuti indifferenziati. Numerosi sindaci si sono dati appuntamento questo pomeriggio a Palermo e si sono concentrati a Piazza Indipendenza davanti a Palazzo d’Orléans. Chiedendo un incontro urgente con il capo dell’ufficio di gabinetto della Presidenza della Regione. Vogliono essere ascoltati, soprattutto dopo che la Nello Musumeci, andato in missione a Roma per incontrare il premier Paolo Gentiloni, non ha portato notizie soddisfacenti.
«Siamo in una situazione di estrema emergenza a causa di una diatriba tra Oikos e la Ecoambente», dicono i sindaci. La Oikos, società che gestisce la discarica di Motta Sant’Anastsia dove vanno a conferire i 50 comuni del Palermitano e del Trapanese, avrebbe chiesto una garanzia bancaria o assicurativa di quasi due milioni di euro a EcoAmbiente, che ha in gestione l’impianto di stabilizzazione di Bellolampo. Quest’ultima non sarebbe in grado di dare assicurare la polizza fideiussoria.
«Noi sindaci abbiamo tutto in regola e non ci stiamo a pagare il prezzo dell’emergenza – afferma a Meridionews il sindaco di San Cipirello dalla piazza palermitana – Abbiamo serie intenzioni di occupare l’assessorato all’Energie e Rifiuti, non siamo più disponibili a subire questi torti». Intanto in numerosi centri della provincia di Palermo i sindaci hanno emanato diverse ordinanze e avvisi. Tutti chiedono ai cittadini di evitare di gettare i rifiuti indifferenziati e il massimo impegno al fine di aumentare la percentuale di raccolta differenziata.
Nei giorni scorsi i sindaci hanno inoltrato alla prefettura una lettera. Nella missiva sono state esposte le conseguenze legate all’emergenza rifiuti. Alla prefetta è stato chiesto di «adottare le più opportune iniziative nei confronti di coloro che si rendono responsabili dell’interruzione del servizio al fine di ripristinarlo nel più breve tempo e di evitare danno alla salute pubblica e disagi ai cittadini».
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