Primi passi verso l’affidamento della raccolta dei rifiuti in una buona fetta della parte settentrionale della provincia. L’appalto da quasi 78 milioni di euro interessa un bacino di oltre centomila persone residenti nei comuni di Mascali, Fiumefreddo di Sicilia, Santa Venerina, Calatabiano, Linguaglossa, Piedimonte Etneo, Adrano, Randazzo, Maletto, Maniace e Castiglione di Sicilia. Quattro le offerte presentate all’Urega, l’ufficio che si sta occupando delle procedure di gara. A presentare l’offerta sono state Ecocar, la ditta che a inizio novembre ha avviato il servizio nel lotto sud di Catania, Ecolandia, General Montaggi ed Ef Servizi Ecologici. Quest’ultima è la società finita al centro dell’inchiesta Gorgoni, per il rapporto che avrebbe legato l’imprenditore Vincenzo Guglielmino, deceduto poco dopo l’inizio del processo, e il clan Cappello guidato dal boss Massimiliano Salvo.
La Ef, sequestrata dal tribunale nel 2020 e dichiarata fallita poco prima dell’estate, tuttavia è stata già esclusa dalla commissione giudicatrice per l’impossibilità di dimostrare l’esecuzione, negli ultimi tre anni, di servizi della portata di quelli al centro dell’appalto. Stesso destino anche per la General Montaggi. In gara, così, restano soltanto Ecocar ed Ecolandia, le quali comunque sono chiamate a riscontrare, tramite il soccorso istruttorio, una serie di rilievi fatti dalla commissione.
L’appalto, che riguarda l’affidamento settennale del servizio di raccolta è conferimento, è diviso in due lotti. Non è prevista la possibilità che la stessa ditta svolga il servizio in tutti e undici i Comuni. Ciò significa che se la documentazione di Ecocar ed Ecolandia dovesse essere completa, le due imprese avranno la garanzia di vincere uno dei due lotti. A far parte del primo, il cui valore è di poco inferiore a 35 milioni, sono i comuni di Mascali, Fiumefreddo di Sicilia, Santa Venerina, Calatabiano, Linguaglossa e Piedimonte Etneo. Chi si aggiudicherà il secondo – valore complessivo superiore a 42 milioni – dovrà occuparsi dei territori di Adrano, Randazzo, Maletto, Maniace e Castiglione di Sicilia.
Il capitolato d’appalto prevede l’introduzione del porta a porta con il sistema dell’individuazione puntuale delle utenze e dei rifiuti conferiti. Ciò significa che, entro due anni dall’avvio del servizio, le ditte aggiudicatrici dovranno fornire ai residenti contenitori dotati di etichette e microchip. Questi ultimi serviranno agli operatori ecologici per la registrazione dei conferimenti tramite dispositivi installati sui mezzi utilizzati per la raccolta. Per quanto riguarda il personale, nel complesso l’appalto dovrebbe coinvolgere duecento unità distribuite negli undici Comuni. Una previsione che nelle ultime settimane ha suscitato qualche polemiche ad Adrano, dove – a fronte di un fabbisogno di 49 figure individuato nel piano d’ambito della Srr – attualmente sono un’ottantina le persone impegnate nella raccolta. Stando a quanto trapela dagli uffici della Società per la regolamentazione del servizio di gestione rifiuti, l’esubero sarebbe legato a un maggiore impiego di personale nell’ambito della gara ponte indetta negli anni scorsi ad Adrano. I sindacati chiedono alla Srr di prevedere il mantenimento dei livelli occupazionali, mentre l’ente dal canto suo ha deciso di andare avanti tenendo conto del piano d’ambito.
Proprio il Comune etneo negli ultimi mesi ha avviato le procedure per un nuovo affidamento del servizio per dodici mesi. La gara, che attualmente è in corso di svolgimento, vale oltre tre milioni e mezzo di euro e vede la partecipazione di cinque imprese.
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