Rifiuti fuori regione, nel Catanese non si fa avanti nessuno Andata deserta la gara d’appalto da oltre 33 milioni di euro

Quarantasei inviti, zero risposte. Sono i numeri del flop della gara per portare i rifiuti indifferenziati fuori dalla Sicilia. A indirla è stata la Srr Catania Metropolitana, al cui tavolo siedono il capoluogo etneo e altri 27 centri della provincia. Si tratta di uno dei primi esperimenti per cercare oltre i confini isolani una soluzione, quantomeno momentanea, al problema delle discariche siciliane. Crisi che l’anno scorso proprio a Catania si è manifestata con settimane di emergenza sanitaria e che nei giorni scorsi è tornata a preoccupare per l’aumento dei costi dei conferimenti all’impianto di trattamento di Sicula Trasporti e del successivo smaltimento in altri siti, dopo che la saturazione della discarica sequestrata ai fratelli Leonardi. «La commissione di gara prende atto che non risultano offerte pervenute,
entro il termine ultimo per la presentazione delle offerte», si legge nel verbale dell’Urega, dove ieri si è svolta una seduta di gara lampo. Appena cinque minuti per constatare come nessuna impresa si sia fatta avanti per farsi carico dei rifiuti prodotti nel territorio della Srr. «Non nego che si tratta di una notizia che ci impensierisce perché il problema dei conferimenti è concreto e la risoluzione tutt’altro che semplice», commenta a MeridioNews Francesco Laudani, presidente dell’ente.

A sentire Laudani, che la gara andasse deserta era un’ipotesi remota. «L’esito ci ha stupito anche perché – continua – abbiamo invitato imprese non solo siciliane. La maggior parte è attiva in tutto il territorio nazionale. Nonostante questo nessuno ha ritenuto conveniente partecipare». A scegliere di non presentare alcuna offerta sono state anche le quattro società che avevano risposto all’avviso esplorativo pubblicato dalla Srr ad aprile dell’anno scorso. Di solito il motivo della mancata partecipazione va ricercato nelle condizioni economiche previste dal bando ritenute poco appetibili. In questo caso si parlava di un invio quotidiano di 350 tonnellate per 313 giorni, ovvero un anno intero domeniche escluse. La tariffa a base d’asta è stata fissata in 308 euro a tonnellata. «Parliamo di una cifra molto più elevata di quella attualmente praticata da Sicula Trasporti, la stessa che ha allarmato molti sindaci – va avanti Laudani – Ciò mi fa pensare che il costo stia continuando a lievitare».

Il bando pubblicato dalla Srr prevedeva che i singoli Comuni versassero alla società aggiudicataria la propria quota del servizio, tenendo conto che – stando alle indicazioni date dalla Regione già l’anno scorso – il ricorso all’invio fuori regione, con il relativo aggravio economico determinato soprattutto dai costi di trasporto, spetta per la parte eccedente il 35 per cento di indifferenziata. Ovvero il massimo che l’attuale normativa accetta, avendo nel 65 per cento l’obiettivo minimo di differenziata. Un dettaglio non di poco conto se si considera che ci sono comuni dove la soglia di indifferenziata è appena sopra il 35 per cento e altri come Catania che invece si trovano in una situazione opposta. «I nostri dati più aggiornati dicono che il capoluogo ha raggiunto il 21 per cento di differenziata, che significa 79 di indifferenziata ed è chiaro che si tratta di un costo di conferimento molto alto», ammette Laudani. L’auspicio per l’amministrazione attualmente guidata dal sindaco facente funzioni Roberto Bonaccorsi è che la partenza della raccolta porta a porta anche nel lotto centrale possa fare salire la media cittadina. 

Intanto dal mondo imprenditoriale legato ai rifiuti arriva una spiegazione del possibile fallimento della gara d’appalto. «Una tariffa di poco superiore ai trecento euro, anche se può sembrare elevata, è antieconomica se riguarda esclusivamente un rinvio fuori Sicilia», commenta a MeridioNews un operatore del settore. Allargando lo sguardo al resto della provincia, si trovano situazioni diverse: mentre nella zona sud Kalat Ambiente si trova nella condizione di avere un livello di differenziata superiore al 70 per cento e quindi è esentata dal ricorso alle spedizioni fuori regione, i Comuni della parte settentrionale saranno chiamati a sondare il mercato. Un tentativo che, considerato il flop della gara della Srr Catania Metropolitana, potrebbe riservare cattive sorprese.

Simone Olivelli

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