«Commissariamento? Ogni volta che ci confrontiamo con Roma, dai giornali sembra che facciamo l’esame con il professore, ma così non è». Poche ore dopo la conclusione dell’incontro tra il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, il presidente della Regione, Rosario Crocetta, e l’assessora Vania Contrafatto, a parlare è il dirigente Maurizio Pirillo, anch’egli tra i partecipanti alla riunione sul futuro dei rifiuti siciliani.
Nove giorni dopo la scadenza dei termini per la presentazione del piano rifiuti, l’atmosfera ai vertici della Regione sembra tranquilla. O almeno tale è lo stato d’animo di Pirillo. «Il ritardo è di una settimana – dichiara il dirigente a MeridioNews – ma sentire parlare di rischio commissariamento lo trovo pretestuoso. Abbiamo parlato con il ministro ed è stato un incontro propedeutico a quel che verrà». Pirillo sottolinea che da parte del governo è stata rinnovato soltanto l’impegno a destinare la quantità annuale di 700mila tonnellate di rifiuti ai termovalorizzatori. «Non è una richiesta, ma una prescrizione dello Sblocca Italia, qualcosa che sappiamo da tempo – continua Pirillo -. Per il resto, la competenza su come dovrà essere gestito il sistema rifiuti rimane chiaramente regionale».
A preoccupare, tuttavia, rimane la percentuale della differenziata, con la Sicilia ben lontana dagli obblighi di legge e, molto probabilmente, anche da quel miglioramento del tre per cento previsto dall’ordinanza firmata dal governatore Crocetta a fine primavera e figlia delle pressioni giunte da Roma. «Non abbiamo ancora questi dati ma non per colpa nostra – sottolinea il dirigente regionale -. Da parte dei Comuni c’è stata poca partecipazione nel comunicare le cifre relative alla differenziata, nonostante debbano compilare soltanto un form on line. Sono tantissime le amministrazioni che hanno mostrato bassissima sensibilità istituzionale».
L’accusa nei confronti degli enti locali continua. «In più occasioni non hanno esitato a lamentarsi, a proposito dei quantitativi da conferire in discarica, definiti troppo bassi rispetto alle esigenze dei territori, ma è difficile fare un’adeguata pianificazione se poi al momento di trasmettere dati non si rispettano gli impegni». In tal senso, stando al dirigente, a giugno sarebbero stati circa 120 le amministrazioni a rispondere alle richieste della Regione su un totale di 390 Comuni. Numero che si riduce drasticamente ad agosto. «Non vorrei sbagliarmi ma credo che siano stati soltanto sette», specifica Pirillo.
Per far fronte a questa mancata collaborazione, la Regione ha pronta una nuova diffida per i ritardatari con il rischio dei commissariamenti dietro l’angolo. «Si tratterebbe comunque di un ulteriore esborso per le casse della Regione», conclude il dirigente di ritorno da Roma, con la consapevolezza che il lavoro ancora da fare è parecchio.
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