Una media leggermente superiore alle anticipazioni, ma comunque abbondantemente sotto all’obiettivo minimo che il governo Musumeci si è posto per riuscire a portare fuori dall’emergenza la Sicilia, evitando al contempo di ricorrere all’invio dei rifiuti all’estero. Sono i dati che emergono dall’ultimo report dell’Ufficio speciale per la raccolta differenziata. Fanno riferimento al mese di aprile e descrivono un’isola che ancora arranca nella capacità di conferire l’immondizia, separandola per tipologia. Che tradotto significa un ricorso ancora massiccio alle discariche.
Con una copertura dei Comuni pari al 92,1 per cento – non pochi sono gli enti che non inviano i dati, facendo spallucce davanti alle prescrizioni provenienti dall’Ufficio speciale – la media è del 29,4 per cento. Oltre cinque punti in meno rispetto a quel 35 per cento che la giunta Musumeci in un primo tempo aveva sperato di raggiungere entro la fine di maggio. E che adesso spera di agguantare per settembre.
A restare nelle retrovie continuano a essere le tre città metropolitane, con Messina che guida il trio con il 17,1 per cento registrando un modesto miglioramento dello 0,3 per cento rispetto a marzo. Fanno peggio, invece, Palermo e Catania. Nelle due più grandi città della Sicilia, la differenziata ad aprile ha chiuso con il segno meno: nel capoluogo ci si è fermati al 14,7 per cento (-0,8%), mentre nella città del Liotru, il dato non solo resta abbondantemente sotto la doppia cifra, ma è anche calato di oltre due punti rispetto al precedente rilevamento. La fotografia del fallimento in materia di gestione dei rifiuti è rilasciata dal mediocre 7,3 per cento di aprile, il penultimo mese dell’amministrazione guidata da Enzo Bianco.
Guardando agli altri capoluoghi di provincia, c’è chi sorride e chi invece ancora fatica. Agrigento, per esempio, continua a migliorare l’efficienza del servizio, spingendosi fino al 66,8 per cento. Un risultato migliore rispetto a marzo, quando la differenziata era stata del 60 per cento. Crescita anche a Caltanissetta dove si tocca il 26,4 (+6,7%) e a Ragusa, dove si è passati dal 21,1 al 22,2. Lieve flessione a Enna (23,8 per cento e -0,4 rispetto a marzo). Leggeri spostamenti in avanti anche a Siracusa e Trapani. Nelle due città la differenziata è cresciuta dell’oltre 1,5 per cento, fermandosi però comunque a risultati di certo non invidiabili: nel capoluogo aretuseo 12,8 per cento, mentre a Trapani la differenziata è stata del 16,4 per cento.
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