Lo spettro del commissariamento ad acta sul versante rifiuti torna a scurire i cieli di Palermo e Catania. Se le due città non riusciranno ad aumentare le proprie percentuali di differenziata, Crocetta non ha dubbi su cosa potrà accadere. «Sono pronto a valutare l’ipotesi di un commissariamento per la differenziata», ha dichiarato. Il dato in possesso del governatore – rettificato poi a margine della conferenza stampa convocata a palazzo d’Orleans questo pomeriggio – è relativo alle due città metropolitane che, arrivate al quinto dei sei mesi previsti dal cronoprogramma dell’ordinanza dello scorso giugno, sarebbe di un calo della raccolta. In realtà Palermo ha (di poco) aumentato le sue percentuali, passando da un esiguo sei per cento all’attuale dieci. Resta stazionaria a dieci punti percentuali anche Catania, che non è riuscita a incrementare la raccolta.
Insomma, troppo poco secondo Crocetta che rinnova «la stima personale nei confronti dei due primi cittadini, ma è evidente che se il trend dovesse rimanere questo, l’ipotesi del commissariamento andrebbe quantomeno valutata». Crocetta riprende le polemiche sull’invio dei rifiuti all’estero, un’ipotesi al vaglio della Regione che sta pensando a una manifestazione d’interesse per valutare le ipotesi possibili. «Il primo obiettivo – ha spiegato – è non conferire mai più secco in discarica. Non è possibile che nelle discariche si faccia la biostabilizzazione e la tritovagliatura e poi si conferisca tutto in vasca. Ed è inutile che mi dicano che ci vuole la differenziata».
Il riferimento è al Movimento 5 stelle, che più volte ha evidenziato la necessità di aumentare le percentuali di differenziata. «I cinquestelle – ha attaccato Crocetta – la facciano fare al sindaco di Bagheria, dove la differenziata è ferma a poco più del tre per cento. A Ventimiglia di Sicilia, per fare un altro esempio, si viaggia ormai verso i rifiuti zero, un concetto grillino applicato da un sindaco del Pd mentre i Cinque Stelle a Bagheria sono fermi».
Intanto, come più volte annunciato, dal 1 gennaio 2017 non sarà più possibile per legge conferire il secco in discarica. «Non facciamo altro – ha precisato il governatore – che applicare le norme. In questo modo la vita delle discariche aumenterà e costringeremo i gestori a dotarsi di impianti moderni che non siano più le vecchie discariche». Secondo Crocetta, «siamo fermi ad un modello spaventoso, perché è il modo più facile per guadagnare senza investire. Una cosa su cui stiamo lavorando è un piano per la chiusura di Oikos». A riguardo, il governatore ha aggiunto: «Domani avremo un incontro con il sindaco di Misterbianco. Fare una discarica a un chilometro dal centro abitato è una cosa del tutto illogica. L’umido produce puzza e inquinamento, il secco no: c’è un progetto – ha spiegato – perché l’Oikos trasferisca all’estero il secco nelle more di dotarci degli impianti, come prevedendo le norme a partire da gennaio. Questo sarebbe un primo passo verso la chiusura della discarica allungando inoltre la vita degli altri impianti».
A proposito dei costi di conferimento, Crocetta ha più volte sottolineato come non esista un piano per portare i rifiuti all’estero, ma una manifestazione di interesse per valutare i costi della concorrenza. Insomma, secondo Crocetta, prendendo come riferimento la tariffa di Bellolampo, il costo a tonnellata è di 132 euro. «Questa somma – ha precisato – è data da 42 euro richiesti per la tritovagliatura e biostabilizzazione e 90 euro per il conferimento. Posto che con la differenziata la biostabilizzazione dovrà avvenire soltanto per il secco, mentre gli altri rifiuti devono essere differenziati, possiamo dire che per la biostabilizzazione del secco bastano 15 euro a tonnellata. Nessuno mi venga a dire che con 117 euro di margine non si trova un soggetto disposto a trasferire i rifiuti all’estero, senza costi aggiuntivi per il cittadino. Stiamo giocando una partita ambientale con i gestori, che in questi anni non si sono voluti modernizzare, seguendo il modello di scavare nuove vasche, per infilarci tutti i rifiuti dentro. Insomma – ha concluso Crocetta – stiamo anticipando una gestione emergenziale per evitare di finire in emergenza».
In serata il Comune di Palermo ha replicato alle parole del governatore, sottolineando l’esigenza di attendere la fine di novembre per avere dati definitivi sulle percentuali raggiunte nella raccolta differenziata.
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