Rifiuti: anche l’Autorità garante della concorrenza indaga sulla Sicilia

da Salvatore Petrotto
ex Sindaco di Racalmuto,
riceviamo e volentieri pubblichiamo

LO DICO E LO RIPETO DA QUALCHE ANNO A QUESTA PARTE: NON E’ NORMALE CHE AI CITTADINI SICILIANI VENGANO APPIOPPATE BOLLETTE DOPPIE RISPETTO A NAPOLI, CONSIDERATA, FINO A POCO TEMPO FA, LA CITTA’ PIU’ CARA PER LA RACCOLTA DELLA MUNNIZZA!

Anche l’Autorità garante della concorrenza e del mercato sta indagando sul settore dei rifiuti in Sicilia.

L’Antitrust, nel bollettino dello scorso 18 agosto, ha rilevato tutte le gravi irregolarità del perverso sistema di raccolta e smaltimento dei rifiuti che sono state già vagliate, per danni erariali e patrimoniali, anche dalla Corte dei Conti, oltre che dalla Commissione Parlamentare Nazionale sul ciclo dei rifiuti.

La maggior parte delle illegalità riscontrate, in Italia, riguardano proprio la nostra Isola, tanto da indurre anche l’Autorità per la concorrenza ad intervenire con un’indagine specifica.

“L’analisi preliminare degli assetti istituzionali e di mercato nel settore – si legge nel bollettino del 18 agosto 2014 – sembra suggerire la presenza di diverse criticità concorrenziali. In molti casi si è assiste al ricorso all’affidamento diretto anche in assenza dei requisiti in-house e una durata degli affidamenti nella maggior parte dei casi superiore a quella che sembra necessaria per recuperare gli investimenti, tali da scoraggiare lo sviluppo della concorrenza tra operatori e favorire il consolidamento delle posizioni di mercato dei gestori incumbent (azienda dominante del mercato, ndr)”.

Non è forse ciò che sosteniamo e denunciamo da anni?

E cioè che, in Sicilia, detto papale papale, non si fanno più gare, nel settore dei rifiuti, da qualche decennio, per favorire, illegittimamente, con costi esorbitanti che ormai ammontano a qualche miliardo di euro, sempre le stesse ditte, una delle quali, nell’Agrigentino, ed esattamente la SEAP, è di proprietà del compare d’anello del ministro dell’Interno, Angelino Alfano.

Già nel febbraio del 2011 io avevo denunciato esattamente le stesse illegalità evidenziate ufficialmente dalla Corte dei Conti ed ora anche dall’Autorità Antitrust.

Illegalità che hanno prodotto costi e tasse sui rifiuti che risultano in assoluto, i più alti d’Italia, almeno il doppio della media nazionale.

Tanto per fare un esempio, se a Napoli, che fino a qualche anno fa era ritenuta la città dove si pagava la tassa sui rifiuti più cara d’Italia, si pagavano intorno a 450 euro l’anno, a fronte di una media nazionale di poco più di 200 euro, in taluni paesi, come il mio, Racalmuto, il paese che ha dato i natali al celebre scrittore Leonardo Sciascia, nell’anno 2013 ci siamo visti recapitare bollette che si aggirano attorno ai mille euro!

Più del doppio cioè, rispetto a Napoli, città più cara d’Italia.

Il servizio di gestione dei rifiuti solidi urbani, come è risaputo, in Sicilia, si legge ancora nel testo della delibera dell’Autorità, “presenta maggiori difficoltà gestionali, come dimostrano i bassi tassi di raccolta differenziata che si registrano in larga misura derivanti dall’esistenza di monopoli naturali (e legali)” e ciò a causa di “un servizio pubblico locale a rilevanza economica affidato in esclusiva, tramite concessione, ad un gestore da parte degli Enti locali responsabili della gestione del servizio”.

L’allarme lanciato attraverso quest’atto ufficiale dell’Antitrust è rivolto a tutti quei Comuni che in passato, all’interno degli ATO (Ambiti Territoriali Ottimali), ma ancora oggi in forma singola od associata, continuano ad affidare, direttamente, senza espletare gare d’appalto, questi costosissimi e pessimi servizi, che oggi vengono assicurati attraverso delle ordinanze sindacali del tutto illegittime.

Non sarà sfuggito ad alcuni lettori amanti della libera informazione che, il sottoscritto, proprio riguardo a queste illegalità riscontrate ufficialmente il 18 agosto dall’Antitrust, in materia di gestione dei rifiuti, ma anche di acqua, in Sicilia, non più di qualche settimana fa, ha inoltrato una serie di esposti indirizzati oltre che alla Procura della Repubblica di Agrigento, anche alla Procura Generale di Palermo ed alla Corte dei Conti ed anche al Dott. Raffaele Cantone, il magistrato che è stato nominato capo dell’Autorità Anticorruzione.

Esposti che hanno avuto un seguito, con tanto di conferme ufficiali, inviatemi dalla Corte dei Conti e dell’Autorità Anticorruzione, riguardo al loro effettivo interessamento in merito a queste scandalose gestioni da me segnalate.

Adesso i fatti credo che mi stiano dando ragione.

A questo punto spero soltanto che, assieme alla legalità, venga ripristinata quella giustizia sociale che si augurano tutti quanti i Siciliani, vessati a più non posso da tariffe e tasse su rifiuti ed acqua, i cui importi sono non meno del triplo della media nazionale, a fronte dei pessimi servizi resi da queste aziende affidatarie di appalti del tutto illegittimi.

Redazione

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