Rifiuti, ai Comuni restrizioni per portarli in discarica Anci: «Inutile punirci se poi la Regione non coordina»

Il ticchettio dell’orologio, in vista della scadenza della proroga di sei mesi che il governo Renzi ha concesso al sistema delle discariche siciliane, scorre inesorabile. Di mesi, dall’ordinanza 5/rif del 7 giugno 2016, ne sono già passati oltre tre. Ma la differenziata, in Sicilia, resta ancora poco più che un miraggio. Così ecco arrivare un nuovo provvedimento, lo scorso 24 settembre, che dal giorno dopo limita ulteriormente i quantitativi di conferimento di rifiuti indifferenziati in discarica per i Comuni. 

Una disposizione attuativa, quella firmata dal direttore generale del dipartimento Acque e rifiuti della Regione, Maurizio Pirillo, che suona quasi come una punizione per i Comuni siciliani, che nella maggior parte dei casi non hanno ancora inviato alla Regione i dati sui livelli di differenziata raggiunti. «I sindaci, i segretari comunali e i responsabili degli uffici di igiene ambientale dei Comuni – si legge nella nota di Pirillo – sono tenuti a porre in essere ogni azione utile al fine di incrementare le percentuali di raccolta differenziata nei territori comunali di propria competenza, sulla base delle indicazioni contenute nella normativa nazionale e regionale di settore, nonché nelle ordinanze contingibili e urgenti emanate dal presidente della Regione».

Insomma, Crocetta lo ripete incessantemente agli amministratori locali da mesi, l’unica via è la differenziata. Ma i numeri non si conoscono, non li sa nessuno, alla Regione mancano all’appello i dati di 270 Comuni. Intanto, per incentivare il riciclo, ecco le nuove restrizioni sul fronte del conferimento dell’indifferenziato: un provvedimento percepito quasi come una punizione dai Comuni, che al contrario, tornano ad attribuire la responsabilità della gestione dei rifiuti siciliani alla Regione.

«In alcuni casi hanno ridotto anche drasticamente i quantitativi di conferimento in discarica – spiega il vicepresidente dell’AnciSicilia, Paolo Amenta -, come nel caso di Floridia, passata da 30 a 21 tonnellate quotidiane, o come Rosolini, che delle 24 tonnellate conferibili fino a qualche giorno fa, potrà depositarne soltanto12. Intanto si continua a dare addosso ai sindaci, come se la mala gestione dipendesse da loro». Secondo Amenta, «il ritardo della differenziata è prodotto anche e soprattutto dalla governance e quindi dalla Regione. Le gare sono bloccate all’Urega, ci sono ritardi nelle centrali di committenze, gli impianti per la differenziata non sono sufficienti».

«La responsabilità degli amministratori locali è diventata un luogo comune – attacca ancora Amenta -, ci si copre dietro un dito sulla storia dei dati della differenziata, come se non fossero pubblici. Invece sono tutti lì, le discariche registrano ogni santo giorno quanto viene scaricato. Il problema è che questi dati nessuno li chiede, manca appunto una governance capace di coordinare e amministrare questo processo. Anche l’ufficio unico per la differenziata, si è insediato per fare cosa? Come possono lavorare se non hanno i dati della differenziata? Eppure basterebbe chiedere, al posto di inviare diffide. Invece continuano a puntare il dito contro i Comuni, che non sanno nemmeno in quale ufficio devono inviare i dati».

Proprio ieri mattina, l’incontro tra Amenta e Salvo Cocina, il dirigente dell’ufficio speciale istituito da Crocetta per monitorare l’attività dei Comuni sulla gestione della differenziata. «Con Cocina – racconta Amenta – abbiamo affrontato i tre grandi nodi legati al riutilizzo dei rifiuti. Intanto le gare a evidenza pubblica, perché chi non ha indetto le proprie entro il 15 luglio, deve accodarsi alle Srr, che ancora non le hanno fatte partire. Poi c’è l’Urega (l’Ufficio regionale per l’espletamento di gare per l’appalto di lavori pubblici, nda) che deve espletare le gare. Il terzo grande tema è che, nel momento in cui partirà finalmente il porta a porta, sarà chiaro a tutti che in Sicilia mancano gli impianti di compostaggio per l’umido, che rappresenta il 40 per cento della differenziata. Con Cocina abbiamo concordato di fare una verifica e ricognizione di quali impianti, provincia per provincia, possono accogliere i rifiuti differenziati, mentre sul fronte delle Srr si spingerà per costruire un piano d’ambito puntuale sui rifiuti. Senza queste condizioni, il resto è aria fritta. O si fanno queste cose, o non si va da nessuna parte».

Miriam Di Peri

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