Rimane in carcere l’assassino del benzinaio freddato sabato scorso con un colpo di pistola per un banale diverbio legato al costo del pieno di benzina. Per il gip di Palermo Daniela Cardamone, che ha convalidato il fermo e ha disposto la custodia cautelare in carcere per Mario Di Fiore, l’imprenditore di 63 anni potrebbe «reiterare il reato». L’imputato, ad ogni modo, ha già confessato di aver ucciso Nicola Lombardo, l’impiegato della pompa di benzina in piazza Lolli, a Palermo. Ora dovrà rispondere di omicidio aggravato dai futili motivi.
Secondo la Procura, infatti, il delitto sarebbe scaturito da una discussione sul prezzo del pieno, per una differenza di 6-7 euro, una reazione spropositata rispetto al danno presunto. Il gip, inoltre, ha motivato la decisione con il rischio della reiterazione del reato, mentre non ha fatto riferimento al pericolo di fuga o all’inquinamento probatorio. Il difensore di Di Fiore valuterà nei prossimi giorni se avanzare ricorso al Tribunale del Riesame. Stamane, intanto, una folla commossa ha dato l’ultimo saluto alla vittima. I funerali si sono svolti nella chiesa San Marco Evangelista, nel quartiere Sperone, dove abitava Lombardo. Tanta la rabbia e il dolore dei familiari che ancora non sono riusciti ad accettare una morte così insensata. La vedova, in particolare, ha lamentato l’assenza delle istituzioni e del Comune.
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