Resta in carcere la donna che ha ucciso la madre Legale: «Aveva pure dovuto rinunciare a lavorare»

Resta in carcere Maria Gozza, la 47enne di Aidone (in provincia di Enna) che ha confessato di avere ucciso la madre Vittoria Malaponti (di 69 anni) all’interno dell’abitazione nel quartiere San Giacomo in cui, dopo la morte del marito della vittima e padre della 47enne figlia unica, per oltre vent’anni hanno vissuto tutte e due da sole. La decisione è stata presa dal giudice per le indagini preliminari, su richiesta della procura, durante l’udienza di convalida del fermo di oggi. 

«Oggi non ho potuto incontrare la mia assistita – racconta a MeridioNews l’avvocato Carmelo Lombardo – perché, come previsto dai protocolli anti-Covid, è sottoposta a un isolamento di dieci giorni. Ma so che in cella è controllata 24 ore su 24 per scongiurare il rischio di gesti di autolesionismo. Oggi – aggiunge il legale – davanti al gip ha ribadito la confessione già fatta e ha garantito che fornirà ulteriori dettagli su quanto accaduto non appena sarà più lucida». Dopo avere provato a fare passare il delitto per un suicidio, la donna ha raccontato di recenti contrasti legati alla sua volontà di ricoverare in una casa di riposo la madre, affetta da una grave forma di obesità e anche malata di Alzheimer. «Ha ammesso – dice il legale – che da sola non era più in grado di prendersi cura della congiunta che pretendeva di averla accanto giorno e notte e addirittura anche che dormisse con lei. Pure la proposta di farsi aiutare da una badante era stata rifiutata dalla madre». Quello che Gozza non è stata ancora in grado di ricostruire sono le fasi immediatamente precedenti al delitto che sarebbe avvenuto nel cuore della notte. 

Volontaria negli ospedali di Enna e Piazza Armerina nella attività di clown terapia, la donna è una massaggiatrice di professione. Per un periodo, ha prestato i suoi servizi non solo a domicilio (soprattutto per la riabilitazione delle persone anziane, visto che ha pure un titolo di operatrice socio-sanitaria) ma anche in un albergo della zona. «Con l’arrivo della pandemia e del lockdown però – spiega l’avvocato Lombardo – il lavoro è stato prima stoppato per le restrizioni dovute al Covid e poi è andato comunque scemando. Di recente, so che aveva dovuto rinunciare a una proposta lavorativa proprio per accudire la madre». Nell’ultimo periodo, entrambe vivevano con la pensione della 69enne. Intanto, per venerdì è prevista l’autopsia sul corpo della vittima che i carabinieri, dopo la chiamata dell’indagata, hanno trovato nel bagno di casa in una pozza di sangue con il cranio fracassato e accanto un coltello e un batticarne.

Marta Silvestre

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