Responsabilità civile dei magistrati, alla Camera il PD va in frantumi

IL VOTO SEGRETO HA SPACCATO IL PARTITO DI RENZI

Colpo di scena oggi, alla Camera dei Deputati che ha approvato un emendamento della Lega Nord che introduce la responsabilità civile dei giudici. La maggioranza è andata sotto di 7 voti: 187 a 180.

E se, da un lato, è stata decisiva l’astensione del Movimento Cinque Stelle e di Sel, ancora di più è stata determinante la mossa di decine di deputati del Pd. Almeno 80, secondo la Lega, i parlamentari democratici che avrebbero approfittato del voto segreto per schierarsi con i partiti di centrodestra.

L’emendamento prevede che coloro i quali subiscono un danno “per effetto di un comportamento, di un atto o di un provvedimento giudiziario” di un magistrato potranno presentare ricorso e chiedere il risarcimento non solo dallo Stato, ma anche “dal soggetto riconosciuto colpevole”.

Tra i primi commenti sull’accaduto quello del capogruppo Pd a Montecitorio. “Si e’ trattato – ha dichiarato Roberto Speranza – di un vero e proprio colpo di mano del centrodestra con la complicita’ del M5S. In Parlamento esistono proposte sulla responsabilita’ civile dei magistrati e ritengo siano maturi i tempi affinche’ la questione venga affrontata in modo serio e rigoroso. Penso sia oltremodo sbagliato trattare tale tema in modo frettoloso, attraverso un emendamento alla legge Comunitaria”

Ma Giulia Sarti del M5S spiega: “Non facciamo la stampella della maggioranza: la maggioranza ha detto che avrebbe votato contro l’emendamento e noi volevamo vedere se l’avrebbero fatto davvero. Noi comunque restiamo contro questa misura e infatti al Senato voteremo di conseguenza, voto palese o segreto che sia”.

Intanto, l’Anm tuona: “Con l’emendamento sulla responsabilità civile dei magistrati, approvato alla Camera ”si vorrebbe introdurre l’azione civile diretta, non soltanto una cosa che non ha eguali in nessun altro Paese occidentale, ma che ha anche evidenti profili di incostituzionalità perché è un vero e proprio attacco al principio di indipendenza della magistratura”. A sottolinearlo è il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Rodolfo Sabelli.