Fumata nera alla Reset. Salta l’accordo tra Comune e sindacati sull’aumento delle ore ai lavoratori della società che ha ereditato servizi e operai della Gesip. Il verbale di accordo presentato dall’azienda prevedeva la trasformazione a 30 ore di tutti i lavoratori e, in deroga all’intesa firmata a dicembre con le parti sociali, stabiliva anche per 65 figure che si occupano dell’organizzazione dell’azienda e delle aree di controlli e dirigenziali, un inquadramento superiore e la trasformazione a 40 ore, mentre per i supervisori a 30 ore.
«Alcuni avrebbero pure avuto un salto di due livelli, dal quinto al settimo, senza neanche avere la laurea e senza alcun criterio oggettivo e trasparente» denunciano Monja Caiolo, Mimma Calabrò e Marianna Flauto al vertice di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil. Una proposta, dunque, «inaccettabile», perché «significava creare disparità di trattamento e riconoscere un privilegio a un gruppo ristretto di lavoratori a fronte del fatto che le risorse economiche dovranno essere impiegate in via prioritaria per la trasformazione a tempo pieno di tutti i lavoratori, come del resto avevamo previsto nel verbale firmato a dicembre dall’amministrazione comunale».
In quella sede era stato deciso che a giugno sarebbero state integrate le ore contrattuali dei lavoratori trasformandole a 30 ore. La decisione avrebbe riguardato sia i lavoratori entrati a gennaio con 28 ore sia quelli assunti a marzo con 24 ore. Per le mansioni superiori i sindacati avevano chiesto «criteri trasparenti e oggettivi». Ossia un bando evidenziando le funzioni e i ruoli di cui l’azienda aveva bisogno e le qualifiche che i lavoratori avrebbero dovuto possedere per accedere a quei ruoli.
«Chiederemo un incontro all’Amministrazione comunale – dicono i sindacati – per ribadire i contenuti dell’accordo di dicembre, cioè che la priorità in ogni caso resta quella di assicurare il tempo pieno per tutti i lavoratori e il riconoscimento del giusto livello anche per chi non è ai vertici ma in questo momento svolge già mansioni superiori».
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