IL CAPO DEL GOVERNO NAZIONALE ARRIVA A PALERMO PER INAUGURARE UN ANNO SCOLASTICO PROPRIO MENTRE DOCENTI E STUDENTI SI ACCINGONO A SCIOPERARE CONTRO LA SUA ‘RIFORMA’. CELEBRARANNO ANCHE IL PRETE DI BRANCACCIO PROPRIO MENTRE LA REGIONE SBARACCA L’OBBLIGO FORMATIVO RIMANDANDO IN STRADA I MINORI A RISCHIO
Ventuno anni fa la mafia ammazzava Don Pino Puglisi, il sacerdote che svolgeva la propria attività pastorale a Brancaccio, in uno dei quartieri più ‘difficili’ di Palermo. Così, oggi, per la Sicilia e, soprattutto, per la politica siciliana, è giorno di retorica.
Ma, qualche volta, i fatti che emergono dal basso fanno giustizia delle inutili parole che piovono dall’alto.
Due coincidenze, in particolare, danno la misura dell’ipocrisia dello Stato italiano e della Regione siciliana.
Oggi riaprono le scuole. E il capo del Governo del nostro Paese, Matteo Renzi, si presente qui a Palermo, proprio a Brancaccio, non abbiamo capito se per celebrare o per commemorare.
Renzi è, forse, il Presidente del Consiglio che, più di ogni altro, ha massacrato le finanze regionali. E in questa sua sistematica rapina ai danni delle famiglie e delle imprese siciliane ha trovato accanto un Governo regionale – quello di Rosario Crocetta – che invece di opporsi, lo ha aiutato a impoverire la Sicilia.
Non solo. Renzi ‘inaugura’ un anno scolastico con il mondo della scuola in subbuglio che, a propria volta, si prepara a scioperare contro la riforma proposta dal suo Governo e, in particolare, dal Ministro Giannini.
Ma Renzi, oggi, è veramente sfortunato. Celebra il primo giorno di una scuola che, ancor prima di iniziare, già annuncia scioperi contro il Governo. E si accinge a ricordare la figura di Don Pino Puglisi nel peggiore dei modi possibili, grazie a un Governo regionale che, nel corso dell’ultimo anno, ha lasciato a casa migliaia di minori a rischio ritardando l’avvio dei corsi del cosiddetto Obbligo formativo.
Come il nostro giornale scrive già da tempo, tra i tanti disastri provocati dal Governo Crocetta – e, in particolare, dall’assessore Nelli Scilabra – ci sono anche i ritardi – in alcuni casi di otto mesi! – nell’avvio dei corsi che riguardano i minori a rischio.
Padre Pino Puglisi è stata ammazzato dalla mafia di Brancaccio perché toglieva dalla strada i bambini del quartiere sottraendo manovalanza a Cosa nostra. A parole, tutti – grazie anche all’esempio di questo grande sacerdote siciliano – diciamo e ribadiamo quanto sia importante, in terra di mafia, strappare dalla strada i minori, togliendoli dalle grinfie dei mafiosi.
Ebbene, in Sicilia, da qualche tempo a questa parte, succede che i minori vengono di fatto ‘strappati’ a chi dovrebbe toglierli dalla strada e riconsegnati alla stessa strada.
Ci riferiamo ai corsi del cosiddetto Obbligo formativo, che hanno il compito di offrire istruzione e formazione ai tanti minori della Sicilia che hanno abbandonato la scuola dell’obbligo. Corsi che il Governo Crocetta ha in buona parte bloccato.
Non lo diciamo noi: lo denuncia ormai da tempo Padre Lucente, il sacerdote che presiede l’associazione di enti cattolici che operano nell’Obbligo formativo.
Questo è il modo con il quale la Regione siciliana ‘ricorda’ Padre Pino Puglisi: sbaraccando i corsi dell’Obbligo formativo, abbandonando a se stessi i minori che hanno già abbandonato la scuola.
Oggi, ovviamente, Renzi e Crocetta diranno l’esatto contrario. Ma noi e i nostri lettori sappiamo come stanno le cose. Sappiamo, al di là della retorica, che oggi, a Palermo, avremo sotto i nostri occhi due Governi della vergogna.
Noi sappiamo, addirittura, che docenti dei corsi dell’Obbligo formativo – che la Regione di Crocetta e dell’assessore Scilabra non pagano da oltre un anno – proprio in queste ore, sono in viaggio per Roma, per denunciare a Papa Francesco il dramma che stanno vivendo.
Queste sono le verità, Presidente Renzi. Le verità del suo Governo che sta mortificando il mondo della scuola. E le verità del Governo regionale di Crocetta che sta mortificando, in barba a Don Pino Puglisi, i docenti dell’Obbligo formativo e i minori che, in assenza di questi corsi, ritornano in strada.
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