Registro tumori, M5s: «Via il direttore» Sciacca: «I nostri dati comparabili all’Arpa»

Rimuovere il direttore del registro dei tumori integrato delle province di Catania, Messina ed Enna, il professor Salvatore Sciacca. La richiesta arriva dai deputati regionali del Movimento cinque stelle, che sottolineano l’inopportunità nel ricoprire un doppio delicato incarico: quello, appunto, di chi raccoglie i dati delle vittime dell’inquinamento e quello di presidente del Cipa, l’organismo che controlla l’ambiente per conto del consorzio degli industriali e petrolieri della zona industriale di Priolo-Mellili-Augusta. «Non sono il direttore per il registro di Siracusa come erroneamente affermano i cinque stelle – replica il professore Sciacca – quindi non vedo il conflitto di interessi e, in ogni caso, i dati raccolti da noi sono sovrapponibili con quelli dell’Arpa e della Provincia».

«Non sappiamo ancora – afferma il deputato Stefano Zito – se ci sia tecnicamente incompatibilità tra i due incarichi, ma di certo è palesemente inopportuno che chi lavora per aziende che possono produrre inquinamento sia a capo del registro che raccoglie i dati di chi dell’inquinamento spesso è vittima. E’ un po’ come se controllore e controllato finissero per coincidere». I rappresentanti del M5s hanno fatto una segnalazione all’assessore alla Sanità, Lucia Borsellino, e sono pronti a presentare un’interrogazione parlamentare. Ma Sciacca respinge le accuse: «Non lavoro per chi inquina, non percepisco nemmeno stipendio, sono un professionista esterno e misuro i livelli di inquinamento».

I deputati pentastellati vanno oltre mettendo in dubbio l’efficacia del registro come strumento che fotografa la reale situazione dei tumori in Sicilia. Valentina Zafarana lo definisce «inaffidabile, perché non assicura un ritorno di conoscenza certa sulla reale incidenza di neoplasie nella popolazione siciliana». Ci sono diverse zone dell’Isola dove le percentuali di malattie cancerogere sono superiori alla media regionale. I tecnici li chiamano picchi: dal Siracusano, con Priolo e Augusta, a Gela, da Lentini per le leucemie, e ancora i paesi ionici alle falde dell’Etna per l’elevata concentrazione di carcinomi alla tiroide, e quelli del vallone nisseno dove i magistrati di Caltanissetta indagano sulle miniere abbandonate. L’elenco è tristemente lungo. «In alcuni posti – spiega Sciacca – sappiamo il perché ed è legato all’inquinamento che si è protratto per anni, come a Biancavilla, Augusta, Gela e Priolo. Ma in altri, come Lentini, non riusciamo ancora ad accertare le cause con sicurezza. Qui la popolazione non ci aiuta, abbiamo efettuato delle analisi con la collaborazione della procura di Siracusa, ma si sono presentate appena otto persone per sottoporsi a verifiche».

I cinque stelle, però, sono critici. «Nonostante sia sotto gli occhi di tutti l’incredibile concentrazione in Sicilia di aree di forte rischio – commenta Zafarana – ad oggi lo strumento del registro tumori è inaffidabile. Nonostante fiumi di denaro pubblico per l’informatizzazione della gestione dati, ancora esistono più registri costruiti con indicatori non omogenei, che non permettono una chiara analisi dei dati raccolti». Sciacca difende l’utilità del registro. «Quale autorevolezza scientifica hanno i deputati per dire che è uno strumento che non serve? – chiede – Tutti i registri tumori si muovono sotto l’egida dell’associazione Airtum. I nostri dati sono certificati dalla Iarc di Lione (International agency for research on cancer) e sono nella rete dell’Organizzazione mondiale della sanità. Lavoro su questi temi da una vita perché mi piacerebbe prevenire i tumori, non contarli».

Redazione

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