Niente soldi per riscrivere il collegato. Che tradotto significa: tanti finanziamenti non potranno essere erogati. La notizia è stata diffusa in queste ore dall’opposizione all’Ars. Movimento 5 stelle e Partito democratico parlano di una giunta Musumeci che in questi mesi avrebbe simulato l’esistenza di economie che, allo stato, sembrerebbero non esserci con ricadute a più livelli.
«Non ci sono le coperture finanziarie per andare avanti con la riscrittura del collegato: lo abbiamo appreso attraverso una nota inviata dallo stesso presidente Musumeci». A denunciarlo sono i deputati pentastellati che fanno parte della commissione Cultura all’Ars. «Cittadini e lavoratori sono stati chiaramente ingannati. Affermiamo da luglio che mancano i soldi per coprire tutti gli articoli del collegato della quinta commissione», si legge nella nota a firma di Giovanni Di Caro, Nuccio Di Paola, Roberta Schillaci e Giampiero Trizzino. I deputati richiamano poi le frasi con cui a inizio agosto il presidente della Regione aveva lanciato una frecciatina ai membri di sala d’Ercole, per le pausa estiva a cui si sarebbe sottratto invece il governo. «L’ipotesi di far lavorare l’Ars durante le ferie estive era finta. La verità è che ci siamo trovati tutti dentro a un grande, reiterato gioco dell’oca fatto di collegati, poi di collegati ai collegati e poi di maxi-emendamenti catapultati nelle commissioni per un’approvazione impossibile, visto che mancano le risorse».
Da parte delle opposizioni l’invito unanime è di andare in Aula a riferire. «Adesso il governo deve venire in Aula per ammettere il proprio fallimento confessando che la situazione economico-finanziaria della Regione non consente al Parlamento siciliano di votare nuovi impegni di spesa», dichiara il capogruppo del Pd all’Ars Giuseppe Lupo. «Il presidente Musumeci non perda altro tempo e venga a riferire dell’attuazione del suo programma di governo e in particolare delle riforme che la Sicilia aspetta e che sembrano ancora scritte nel libro dei sogni», aggiunge il deputato dem.
A lanciare l’allarme è anche l’esponente democratico Luca Sammartino, che facendo riferimento alla comunicazione fatta pervenire dal governo in commissione parla di «un gesto irresponsabile che mette in crisi i teatri siciliani, in particolare il Bellini di Catania, lo Stabile di Catania, l’ente autonomo regionale Teatro di Messina, il Taormina Arte, il Teatro Massimo di Palermo, le associazioni culturali, sportive, quelle che lottano contro la mafia, i lavoratori del mondo degli enti regionali. Siamo profondamente preoccupati di quello che sarà il destino di migliaia di lavoratori».
Intanto pochi minuti fa, Musumeci insieme all’assessore all’Economia Gaetano Armao hanno indetto una conferenza stampa a palazzo d’Orleans «per illustrare la situazione finanziaria della Regione».
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