Da un po’ di anni la befana non si faceva sentire, complice la pandemia e altre beghe che solo lei può sapere. Quest’anno è tornata in grande stile, con il suo sacco carico di caramelle, carbone e chissà quale altra diavoleria da inserire nelle calze degli assessori regionali, che per la prima volta si trovano a passare sotto alla severa lente dell’arzilla vecchietta. E allora iniziamo subito con la conta dei doni.
Partiamo dalle caramelle. La calza è piena solo per quattro della squadra di Renato Schifani – ma due con riserva -, ma pare non ci sia da preoccuparsi, gli altri hanno tutto il tempo di rifarsi. Calza stracolma per Alessandro Aricò, assessore in quota Fratelli d’Italia alle Infrastrutture e alla Viabilità. Con una delega così in Sicilia il carbone sarebbe praticamente assicurato e sì, per andare da Palermo a Catania ci vogliono ancora quasi tre ore in auto, ma Aricò in questi mesi ha sposato una filosofia che si è rivelata molto performante: Non fare proclami su cose che non sei sicuro di potere portare a termine. E coì è stato. Aveva detto che avrebbe trovato una soluzione al caro voli? Fatto. È la migliore possibile? Si potrebbe avere da ridire? Per carità, tutto è perfettibile, intanto è un aiuto contro i salassi delle compagnie aeree, è semplice, non prevede farraginosi click day con sistemi in crush e altre diavolerie e fa risparmiare qualche quattrino alle persone comuni, che alla fine sono quelle a cui dovrebbe andare incontro la politica. Il treno Agrigento-Punta Raisi è una soluzione performante? No di certo, ma è un collegamento in più in una regione che collegamenti ne ha davvero pochi. E poi qualche cantiere chiuso qui e là e nessuna polemica in Aula. Si goda dunque le sue caramelle.
Caramelle con riserva per Nuccia Albano. L’assessora al Lavoro intanto porta a casa tramite Finanziaria la stabilizzazione di un pacchetto di stabilizzazioni attese più o meno dal pleistocene e non è cosa da poco. Per il resto non ha grosse responsabilità, ma il giudizio potrebbe essere confermato o ribaltato non da Alessandro Borghese, ma da quello che sarà un anno ricco di concorsi e assunzioni. Se tutto va bene e non succedono altri casi in stile concorso Forestali 2023, il prossimo anno potranno arrivare altre caramelle. Caramelle con riserva, ma sempre senza esagerare, pure per Elena Pagana. La verità? Le aspettative su di lei non erano altissime, non per il suo valore, quanto per come è avvenuta la nomina, sospinta da Nello Musumeci nonostante non fosse stata eletta. Per di più con una delega delicata come quella all’Ambiente. Ora, parliamoci chiaro, le cose sono ben lontane dall’andare bene: la Sicilia rinuncia ai fondi del Pnrr per il rimboschimento, in realtà a tratti sembra che proprio rinunci alla riforestazione, l’emergenza rifiuti incombe – ma lì le responsabilità sono condivise con Roberto Di Mauro – e tantissimi sono i nodi ancora da sciogliere. Ma l’assessora in qualche modo si sbatte, ci prova, è volenterosa. Poi certo, il governo Schifani non sembra per niente l’esecutivo più ambientalista della storia e questo conto l’assessora lo paga. Ma qualche caramella di incoraggiamento ci sta. E anche la gestione del post concorso Forestali è stata piuttosto efficace.
Capitolo Luca Sammartino. Che dire del vicepresidente della Regione? Per esempio che è uno dei pochi in questo governo che non marca quasi mai visita in Aula, anche da prima della delega ai rapporti col parlamento. Ovunque ti giri a palazzo dei Normanni trovi Sammartino. Parla, media con l’opposizione, media con la maggioranza. E anche lui, come Aricò, qualche risultato nel suo – ha la delega all’Agricoltura – lo porta a casa, tra ristori, finanziamenti, incentivi. Vero è pure che fare peggio di Toni Scilla, suo predecessore, con il clamoroso flop dei progetti per i consorzi di bonifica presentati per essere finanziati dal Pnrr e cassati in blocco, era davvero difficile. Ma anche durante la discussione della Finanziaria le sue proposte sono state tra le meno contestate. E poi, con una delle peggiori annate dal punto di vista climatico per il comparto agricolo di sempre, un piccolo incentivo ci vuole.
Carbone in arrivo per gli interscambiabili: Francesco Paolo Scarpinato ed Elvira Amata. Il duo di FdI partito con delega al Turismo per il primo e allo Sport per la seconda, sono stati costretti a invertire i ruoli dopo lo scandalo Cannes. Per il resto, ogni volta che si toccano Sport, Spettacolo e Turismo salta sempre fuori una polemica. Lo è stato per Cannes, lo è stato per il terzo collegato alla Finanziaria 2023, con le cosiddette mancette per feste e festini natalizi elargite a pioggia, poi ritirate, poi modificate. Lo è pure per la Finanziaria 2024, anche se in questo caso un ruolo importante lo gioca Andrea Barbaro Messina, che entra nel clan dopo le forti polemiche sull’articolo 4 della manovra e sui tre milioni di euro da dispensare ai Comuni a piacere per il suo assessorato, anche se si invadono di fatto gli ambiti di quelli dei due colleghi. Bene informati dicono che poco c’entri Messina con l’articolo, ma di certo non ha fatto le barricate. E questo porta in cassa, anzi, in calza, del nero carbone.
Carbone pure per Giovanna Volo, assessora alla Salute dell’era post Covid. In realtà sull’andamento dell’assessorato ci sono due fasi: quella prima della nomina di Salvatore Iacolino e quella dopo. La prima fase di sbando più totale, con l’assessora che spesso e volentieri evitava pure di presentarsi in Aula a rispondere alle interrogazioni dei parlamentari e più di una volta, quando lo faceva, non aveva quelle risposte. Poi il cambio di marcia con l’avvento di Iacolino, qualche risultato messo in cascina, una migliore organizzazione, che però non copre la magra figura fatta dal governo tutto e ancor prima dai partiti di maggioranza, sulla nomina dei manager della sanità. Troppo poco, troppo.
E poi c’è la schiera dei rivedibili, quelli a cui il carbone magari sta stretto, ma di certo non possono aspettarsi caramelle. A partire da mister preferenze Edy Tamajo, che non fa male, per carità, ma appare molto concentrato sul suo e poco appariscente, cosa che non è per forza un malus, ma servono anche i risultati concreti, specie in un assessorato delicato come quello alle Attività produttive. Lo stesso vale anche per Mimmo Turano, forse un po’ fiaccato dalla polemica per le elezioni Comunali a Trapani, dove i suoi sono rimasti fedeli al progetto del sindaco uscente, con cui avevano governato, andando contro il candidato sostenuto dal centrodestra neanche troppo unito. È rivedibile pure Roberto Di Mauro, su cui il giudizio resta in sospeso, come la realizzazione dei famosi, anzi, ormai famigerati, termovalorizzatori. Non è che i soldi necessari sono stati reindirizzati sull’obolo da pagare per il ponte sullo Stretto? Si chiede la befana, così, per dire.
Chiudiamo con Marco Falcone, assessore all’Economia e protagonista indiscusso di queste lunghe giornate di fine e inizio anno. Per lui la Befana fa un’eccezione. Avrebbe motivo di portare carbone, si sta per approvare una Finanziaria senza l’ombra di un investimento, niente di speciale, niente di innovativo, pochi soldi, tutti regionali. Si sta però per mantenere la promessa di essere il primo governo a non andare in esercizio provvisorio negli ultimi almeno 15 anni. E questo vale caramelle. In un impeto di gentilezza, visti i rapporti interni alla maggioranza, visti pure i rapporti interni in Forza Italia, visti tutti gli annessi e connessi, la Befana porterà all’assessore Falcone un ombrello con tanto di parafulmine. Perché? Perché comunque vadano le cose è certo, da una parte o dall’altra pioveranno le critiche, così almeno potrà ripararsi un po’ e pensare all’assessorato più esposto. Ma lo si è visto nei momenti difficili e dopo la nomina a consulente ombra di Armao, Falcone ha le spalle larghe, ma un ombrello ci sta tutto.
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