E’ una corsa contro il tempo, ma se verrà portata a termine potrebbe portare alle tasche dei cittadini un risparmio stimato in 700 milioni di euro. Ossia il costo delle nove province regionali siciliane. Ieri sera il governatore Rosario Crocetta ha messo d’accordo la sua maggioranza e dato il via alla stesura di un disegno di legge che prevede la cancellazione degli enti provinciali. A breve verrà portato all’Assemblea per l’approvazione, con l’obiettivo di bloccare le consultazioni di fine maggio che sarebbero quindi riservate solo alle elezioni comunali. Quanto non è riuscito Mario Monti, fermato dalla caduta prematura del governo tecnico, potrebbe avverarsi in quello che da più parti viene osservato come un laboratorio politico interessante.
Il testo, deciso dopo il vertice a palazzo d’Orleans di ieri, prevede l’abolizione delle province che verranno sostituite da strutture burocraticamente più snelle, una serie di liberi consorzi tra Comuni. I sindaci nomineranno tra loro il presidente, i consigli comunali faranno lo stesso con il consiglio. Via le tanto contestate indennità, saranno garantiti rimborsi per consiglieri e presidenti.
Oggi, dunque, la proposta verrà vagliata dalla commissione Affari istituzionali prima del passaggio in aula. Qui, oltre a quello della sua maggioranza (Pd, Udc, Lista Crocetta e Democratici e riformisti per la Sicilia), il governatore dovrebbe incontrare il voto favorevole dei deputati del Movimento 5 stelle che avevano già avanzato un progetto simile. Nettamente contrari quelli del Pdl il cui intento è andare alle urne anche per il rinnovo dei consigli provinciali. Crocetta, però, ha fatto già i conti con l’eventualità di uno sforamento dei tempi consentiti proponendo l’insediamento di commissari nell’attesa dello smembramento degli enti. Ma in questa eventualità non troverebbe d’accordo i deputati grillini che premono per una manovra decisa e immediata.
Secondo le previsioni di Rosario Crocetta, grazie al risparmio ottenuto dall’abbattimento degli enti si potrebbero destinare 130 milioni al reddito minimo di cittadinanza. I dipendenti provinciali, così come prevede il disegno di legge, saranno riassorbiti dalla Regione. Nel progetto del governatore cade anche un’altra struttura troppo spesso al centro della cronaca, l’Istituto autonomo case popolari (Iacp). I nuovi consorzi, infatti, avranno in mano la gestione di edilizia sociale e rifiuti. L’edilizia scolastica, invece, verrà affidata ai Comuni.
[Foto di RoseBridger]
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