Regione, avanti tutta verso il disastro

La considerazione amara, stando a indiscrezioni, sarebbe stata pronunciata dal nuovo Ragionire generale della Regione siciliana, Biagio Bossone. A poco più di un mese dal suo insediamento, Bossone avrebbe l’impressione che la Sicilia – con riferimento alla classe politica – non avrebbe ancora compreso la situazione drammatica delle finanze regionali.

Non sappiamo se ciò risponda al vero. Ma che negli ultimi due anni le finanze della Regione siano state gestite in modo approssimativo (e ci fermiano qui per carità di patria), lo si evince dalla ‘cura’ da cavallo prospettata da Roma. A Palazzo Chigi – sede del governo nazionale – debbono aver capito tutto. Anche perché – soprattutto da quando è arrivato Mario Monti a dirigere la ‘barracca’ – la prima cosa che fanno, da quelle parti, è leggere i numeri dei bilanci. E i ‘numeri’ del bilancio della Regione siciliana sono veramente ‘brutti’.

Due sere fa un comunicato stampa degli assessori regionali Gaetano Armao e Massimo Russo – inviati a Roma dal presidente della Regione, Raffaele Lombardo per affrontare la questione finanziaria – ha provato a tranquillizzare gli animi. Ma anche dietro i toni accomodanti si intuisce che, con Roma, le cose non vanno bene. Anzi. Tra il governo nazionale e il governo regionale c’è, ormai, un dialogo tra sordi. Roma invita la Regione a ridurre clientele e sprechi. E indica espressamente nel personale il settore dove incidere. Il governo siciliano – come ha fatto ieri sera in commissione Bilancio e Finanze dell’Ars, Gaetano Armao – glissa e parla di riduzione dei costi della politica e di interventi per tagliare i costi delle società collegate alla stessa Regione. Ma non parla di precari. Eppure, a Roma, è di questo argomento che vorrebbero ‘notizie’.

Con molta probabilità, il governo nazionale non avrà molti ragguagli sull’esercito di precari che orbitano tra Regione e enti locali dell’Isola. Argomento tabù per Lombardo, visto che siamo in campagna elettorale. Anzi, nonostante la situazione finanziaria drammatica – oltre 5 miliardi di deficit strutturale tutto imperniato sulle spese correnti – il governo punterebbe a prorogare i contratti ai precari. Il governo Monti può attendere, insomma. I voti, prima di tutto.

Stando a quello che si è capito ieri sera, il governo non ha pronta la manovra da portare in Aula. In commissione l’assessore ha esibito solo una tabella. E le solite chiacchiere. Evitando elegantemente – come abbiamo già riferito – di toccare il tema precari.

La novità, però – novità che sarebbe maturata in queste ultime ore – è che il bilancio dovrebbe essere approvato tra la fine di questo mese e i primi giorni di aprile. Per un motivo semplice: in assenza di un accordo con il governo nazionale non si escludono impugnative. A cominciare dalla sanità.

Il governo nazionale ha manifestato disponibilità a erogare 350 milioni di euro prendendoli dal Fas (Fondo per le aree sottoutilizzate); in cambio, però, chiede alla Regione siciliana di tagliare il personale. A cominciare dal precariato. Ma, come abbiamo già sottolineato, Lombardo non accetterà mai di non foraggiare il precariato sotto campagna elettorale. Da qui il probabile scontro con Roma. E la probabilità che il bilancio -in assenza di fondi per la copertura delle spese sanitarie – venga impugnato.

Dunque, approvando la manovra entro i primi giorni di aprile si potrebbe sempre rimediare (non capiamo come, visto che non ci sono soldi: ma tant’è) all’impugnativa con un ulteriore intervento legislativo. Ma se limpugnativa sul bilancio dovesse verificarsi a fine aprile lo scioglimento anticipato dell’Ars – con il governo a casa – sarebbe matematico.

Le cronache di ieri sera registrano un comunicato del presidente della commissione Bilancio dell’Ars, Riccardo Savona. “La commissione – dice Savona – ha avviato la discussione generale sul bilancio 2012. L’assessore per l’Economia (Armao ndr) ha riferito in via del tutto preliminare quanto concordato con la Presidenza del Consiglio nel corso dell’incontro che si è svolto ieri a Roma (l’altro ieri, per chi legge). In tal senso ha chiarito che la Regione dovrà applicare dei tagli ai costi della politica ed amministrativi; e dovrà inoltre adottare delle riduzioni significative agli enti ed alle partecipate regionali ed infine garantire il contenimento delle spese dirette ed indirette sul personale”.

“Nonostante tali imposizioni – prosegue la nota del presidente Savona – c’è stata un’apertura da parte dello Stato sul fronte del federalismo fiscale, la cui trattativa dovrebbe chiudersi entro il prossimo giugno. A fronte delle evidenti difficoltà della nostra Regione, lo Stato inoltre autorizzerebbe con la finanza extra-regionale, ovvero con l’utilizzo di fondi Fas, l’erogazione di 350 milioni di euro che, sommati ai 322 milioni di euro di fondi regionali, consentirebbero la copertura delle spese sanitarie”.

“Rimane comunque un dato di fatto – precisa sempre il presidente della commissione Bilancio dell’Ars -: la Sicilia sta vivendo una situazione drammatica, e di profonda recessione, che non mi sembra sufficientemente compresa dallo Stato. Sul bilancio triennale avranno pesanti ricadute le minori entrate, tra cui i 120 milioni di euro, per effetto dell’entrata in vigore dell’IMU. Cercheremo di intervenire sul fronte del sostegno dell’occupazione e del mercato attraverso apposite norme di settore”.

La commissione tornerà a riunirsi il prossimo lunedì pomeriggio.

foto di Armao tratta da pantelleria.com

 

Giulio Ambrosetti

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