Regione, aumentano i ‘buchi’ del bilancio

Domani, in un clima avvelenato dalle polemiche, tornerà a riunirsi Sala d’Ercole. All’ordine del giorno, ovviamente, c’è la manovra economica. Il bilancio è già stato approvato. Manca ancora la finanziaria. E, naturalmente, il voto finale dell’Aula. Che potrebbe essere espresso domani. Oppure rinviato alla prossima settimana. Tutto si deciderà nelle prossime ore. L’obiettivo è quello di arrivare a una manovra con un rischio minimo d’impugnativa. Ma è un obiettivo difficile da raggiungere, perché la ‘coperta’ è una e qualcuno, cme vedremo, dovrà restare fuori.

Ieri abbiamo dato una notizia parzialmente errata. E cioè che la pausa di oggi sarebbe stata chiesta dal governo per due motivi. In primo luogo, per consentire al presidente della Regione, Raffaele Lombardo, di riprendersi dalla ‘botta’ dopo la decisione del Gip del Tribunale di Catania, che ha formalizzato la richiesta di imputazione coatta nei suoi riguardi per questioni giudiziaria tutt’altro che ‘leggere’. In secondo. luogo per consentire ai 90 parlamentari regionali di trovare un accordo sulla finanziaria.

Il primo motivo, tutto sommato, contiene elementi di verità. Il secondo è sbagliato e chiediamo scusa ai nostri lettori. Il vero motivo per il quale oggi l’Assemblea regionale siciliana non si è riunita è un altro. Nel bilancio, a quanto pare, si è aperta una ‘falla’ inaspettata. Si è scoperto, infatti, che alcune voci importanti del conto economico non sono coperte da norme.

Questa notizia l’abbiamo anticipata ieri sera a proposito degli ‘stipendi’ degli assessori tecnici. Che, fino ad oggi, si sono messi in tasca un’indennità mensile di 13-14 mila euro che è tecnicamente ‘abusiva’ o illegittima. Soldi che, adesso, in buona parte, tutti gli assessori ‘tecnici’ dovranno restituire. A meno che – e questo è uno dei motivi per i quali ieri è stato ‘fermato tutto’ – contestualmente all’approvazione delle legge di bilancio e finanziaria, non venga approvata una sorta di sanatoria non soltanto per i soldi che gli assessori ‘tecnici’ si sono già messi in tasca, ma per tutti gli altri capitoli ‘scoperti’.

L’inghippo scoperto in quest ultimi giorni è grosso. In pratica, per dirla con parole semplici, quando si parla di bilancio a legislazione vigente, si fa riferimento a un bilancio in cui ogni capitolo è ‘coperto da una norma. Ebbene, può sembrare incredibile quello che state leggendo, ma a distanza di anni (in qualche caso di decenni), è venuto fuori che oltre dieci capitoli del bilancio sono privi della norma di riferimento e ‘coperti’ soltanto da una delibera di giunta.

Stando così le cose, il commissario dello Stato, con tutta la buona volontà del caso (e ne ha avuto di buona volontà e di pazienza l’attuale commissario dello Stato: anche troppa), non potrà che impugnare tutti questi capitoli di spesa non coperti da norme. A cominciare dall’indennità degli attuali dodici assessori tecnici. Proseguendo, per citare un altro esempio, con i contributi che, ogni anno, la Regione eroga ai titolari dei dissalatori (che sono tutti soggetti privati: e ti pareva!).

A rischio è pure la ‘sceneggiata napoletana’ sulla ‘valorizzazione’ dei beni immobili della Regione. Il governo, quest’anno, come si dice dalle nostre parti, si è “allagato assai”, mettendo in questa voce 480 milioni di euro. Un’entrata rigorosamente falsa. Che, lasciata così com’è, verrà impugnata di sana pianta. Così il governo starebbe correndo ai ripari. Come? Recuperando 250 milioni di euro non si capisce da dove, e lasciando questa voce con ‘soli’ 230 milioni di entrate fittizie. Nella speranza che il commissario dello Stato si ‘intenerisca’ e faccia finta di non vedere quella che, in fondo, è una contabilità falsa.

Ci sono problemi – e seri anche – per i precari. Il riferimento ai precari dell Regione e a quelli dei Consorzi di bonifica. A quali, domani, scade il contratto (contratto che, ricordiamolo, era stato prorogato dopo che il commissario dello Statolo scorso dicembre, ha impugnato la legge che li avrebbe stabilizzati per mancata copertura finanziaria). In pratica, da dopodomani – solo per citare un esempio -la Sicilia potrebbe chiudere la sala operativa della Protezione civile, che è retta, per l’appunto, da questi precari.

Tutti questi precari – tra uffici regionali e Consorzi di bonifica – dovrebbero essere, a occhio e croce, 2 mila e 500. A parole, con in testa il presidente della commissione Bilancio dell’Ars, Riccardo Savona, ci sarebbe già la proroga. In pratica, per prorogare i contratti a questi precari mancano i soldi. Dove prenderli?

Due giorni fa era stato deciso di bloccare gli aumenti contrattuali ai dipendenti regionali, dirottando questa somma – circa 40 milioni di euro – sui precari. I Cobas, ieri, hanno portato in piazza 2 mila dipendenti regionali. E in Assemblea regionale sono già scesi in loro aiuto un bel po’ di deputati. Ieri sera era stato deciso di non toccare i soldi destinati ai regionali. Ma stamattina – stando a indiscrezioni – i 40 milioni avrebbero ripreso la destinazione verso i precari.

Non sappiamo come finirà, perché mentre scriviamo la ‘ricerca’ dei soldi per pagare i precari è in corso. Sarà interessante – sotto il profilo della cosiddetta ‘ermeneutica di bilancio’ – capire non che cosa si inventaranno, ma che cosa non si inventerano i ‘tecnici’ del dipartimento regionale del Bilancio e gli alti burocrati dell’Ars per provare a far quadrare i conti. Con l’obiettivo – o la speranza – di far confondere o, ancora una volta, ‘intenerire’ il commissario dello Stato.

Ah, dimenticavamo: nel caso in cui tra domani e dopodomani l’Aula non dovesse approvare la manovra si dovrebbe materializzare la proroga dell’esercizio provvisorio per aprile. Cosa che, a quanto pare, sarebbe già avvenuta con un disegno di legge presentato dal governo. Ma con l’esercizio provvisorio diventa difficile, se non impossibile, prorogare il contratto ai precari… Ciò significa che, tra due giorni i 2 mila e 500 precari saranno senza contratto. Insomma, la confusione regna sovrana…

 

 

Giulio Ambrosetti

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