Nuovi ricorsi al Tar contro i candidati irregolari alle elezioni regionali del 5 novembre, coloro che non avrebbero cioè depositato, presso gli uffici elettorali, la dichiarazione in autocertificazione prevista dalla legge Severino, in cui si dichiara di non rientrare in un elenco di cause ostative (tra cui la condanna per corruzione e concussione), obbligatoria per i concorrenti.
Come spiegato da Meridionews, il primo ad intraprendere l’iniziativa di presentare opposizione preso l’ufficio centrale circoscrizionale era stato a Trapani il candidato Giacomo Scala, ex presidente dell’Anci Sicilia ed ex sindaco di Alcamo che aveva chiesto la cancellazione nel suo collegio delle liste a sostegno di Musumeci, Claudio Fava e del M5S. Ora il ricorso di Scala, candidato con Sicilia Futura, sembra aver innescato un effetto domino, altri parlamentari in provincia di Messina hanno deciso infatti di rilanciare la carta dell’irregolarità dei candidati che ha già gettato un’ombra sulla campagna elettorale delle regionali.
Tra questi il parlamentare uscente e non rieletto Giuseppe Picciolo, che aveva già messo in atto un altro ricorso per rifare la conta dei voti di lista: Picciolo, infatti con le sue 10.242 preferenze non ha ottenuto lo scranno all’Ars per un distacco di meno di un centinaio di voti tra la lista di Sicilia Futura, in cui correva, e quella dell’Udc che invece ha espresso Cateno De Luca, ora agli arresti domiciliari per associazione a delinquere finalizzata all’evasione fiscale, ma eletto con poco più della metà delle preferenze 5,418 voti.
Su questo fronte Picciolo ha chiarito: «Stiamo attuando le nostre verifiche, la Corte d’Appello provinciale dovrebbe riaprire i verbali in base alla segnalazione delle anomalie, altrimenti andremo per via per via amministrativa». Sul fronte delle candidature irregolari, invece, secondo Picciolo «anche a Messina i candidati hanno utilizzato un modulo, fornito dall’Ufficio elettorale della Regione, che faceva riferimento a disposizioni normative abrogate con l’entrata in vigore della legge Severino. La questione ora è tutta da vedere – ha detto – i ricorsi saranno comunque presentati dopo la proclamazione dei candidati. La legge parla chiaro: da un primo controllo sugli atti della Corte d’Appello è risultato che la documentazione presentata dai candidati delle liste di Diventerabellissima e M5S era carente».
Tra i non eletti all’interno di Forza Italia sembra che anche Nino Germanà, rimasto fuori con le sue oltre 11mila preferenze, farà lo stesso. E a Messina sono due i parlamentari eletti con il M5S, Valentina Zafarana (8.140 voti) e Antonino De Luca (6.959 voti), che potrebbero rischiare il seggio, mentre Diventeràbellissima ha espresso un solo deputato regionale Giuseppe Galluzzo, (5365 voti). Il ricorso proposto dall’ex presidente Anci prende spunto dalla sentenza del Tar che, a poche ore dalla chiusura della presentazione delle candidature, ha confermato l’esclusione della lista del candidato alle elezioni regionali in Sicilia Franco Busalacchi. In quel caso il Tar rigettò il ricorso presentato dall’escluso perché i moduli utilizzati non erano conformi alle disposizioni di legge.
Nonostante gli uffici della Regione cerchino ora di risolvere il problema con la richiesta di una documentazione integrativa, la mancata applicazione della legge Severino potrebbe ancora essere una spada di Damocle per tutti i neoeletti all’Ars.
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