«L’autonomia differenziata rischia di penalizzare il Sud con un Nord ancora più forte». Ma soprattutto rappresenta, politicamente, il motivo di un possibile divorzio in casa centrodestra. Raffaele Lombardo, leader del Movimento per l’autonomia, oggi Popolari e Autonomisti, non nasconde le sue preoccupazioni e dalle Ciminiere di Catania, durante un appuntamento elettorale organizzato per sostenere la candidatura alla presidenza della Regione Siciliana di Renato Schifani, mette avanti le mani. Ma stavolta la questione è tutta all’interno della stessa coalizione di centrodestra. «L’autonomia differenziata – precisa – equiparebbe a una secessione. Io sono perché si esalti l’autonomia ma purché si parta da punti di partenza uguali. Quando il conto sarà pareggiato con le infrastrutture, le reti tecnologiche, il prodotto interno lordo e la piena occupazione allora più autonomia c’è e meglio è. Oggi con il gettito fiscale nostro rispetto a quello del Nord, ci allontaneremo di più».
Un’analisi e una prospettiva preoccupante ma che manifesta una divergenza politica notevole. «Confido – continua con riferimento agli altri partiti della coalizione – che chi governerà, compresa la Lega, guarderà attentamente a questi argomenti. Noi abbiamo tanti punti da recuperare. Se ci mettiamo anche la secessione, siamo persi». A riscaldare gli animi della platea è però l’assessore Antonio Scavone che elenca i risultati raggiunti in questi anni: «Abbiamo assegnato i bonus per i matrimoni e per i figli. Bisogna ancora lavorare per le Ipab». A colpire Schifani, però, è la conoscenza capillare del pubblico da parte di Raffaele Lombardo: «Questo vi fa sentire protagonisti – ha dichiarato Schifani – ma qui si trova la politica. Noi da uomini di Stato abbiamo risolto alcuni problemi. Lui ha superato una prova terribile». Parole che fanno scattare l’applauso e che danno energia a Lombardo. L’ex presidente del Senato non risparmia poi qualche frecciata ai cinquestelle e a Cateno De Luca. «Mi chiedono sempre della giunta come se fossero solo delle poltrone. I futuri assessori – sottolinea Schifani – dovranno essere competenti sulla materia che sarà a loro affidata. A me interesserà la bravura. In Sicilia non si investe; è come se la Regione tenesse tutto chiuso». A caricare gli elettori, però, è Raffaele Lombardo: «Fare il presidente in Sicilia è duro. Che Schifani, alla sua età, abbia accettato la candidatura merita il nostro rispetto. Con molti di voi c’è una storia di conoscenze. La campagna elettorale comincia questa sera. Noi non molliamo. Io mi sono riservato di fare incontri da mercoledì. Noi – conclude – dobbiamo vincere anche la partita per il presidente. Non dobbiamo consegnare questa Regione a chi dice che cambierà tutto». Il riferimento è all’ex sindaco di Messina e al suo catenomoto.
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