Il leitmotiv di luglio della politica siciliana continua ad essere soltanto uno: i sondaggi commissionati dai partiti. Da destra a sinistra, è corsa alle intenzioni di voto degli elettori, ai temi caldi nelle ricerche online, al profilo più appetibile da presentare ai siciliani. Voci di corridoio parlano di diversi sondaggi commissionati nelle ultime settimane dal centrodestra, affatto convinto dell’ipotesi Nello Musumeci.
Una proposta che, tuttavia, negli ultimi giorni comincia a prendere corpo seriamente, ma non per questo accompagnata da meno mal di pancia. Dal canto suo, l’ex presidente dell’Antimafia regionale non retrocede di un millimetro, per cui Forza Italia e il Cantiere Popolare hanno ben chiaro che nel caso in cui non volessero sostenere la candidatura di Musumeci, si ripeterebbe lo scenario di cinque anni fa, con due candidati espressione del centrodestra e altrettante probabili sconfitte.
Di contro, ci sono sempre i sondaggi. Che al netto di proposte come quella dell’eurodeputato Giovanni La Via (su cui penderebbe il veto del commissario alfaniano, Giuseppe Castiglione), raccontano di un Musumeci più gradito degli altri competitor. Secondo qualcuno Musumeci staccherebbe «cinque volte» i candidati alternativi.
Uno scenario, insomma, rispetto al quale Gianfranco Micciché sembra avere pochissime vie di fuga, nonostante non abbia mai negato i suoi dubbi attorno alla candidatura del leader di Diventerà bellissima. È facile tra l’altro immaginare che della proposta si sia parlato proprio ieri nel corso del vertice romano tra Silvio Berlusconi e lo stesso Micciché. Ma sembra che la quadra non si sia ancora trovata, tanto che il ragionamento è stato rinviato a questa mattina.
Resta poi il tema dei moderati, il vero ago della bilancia di questa estate pre-elettorale siciliana. A livello nazionale, Berlusconi continua a mietere vittime tra gli alfaniani, prima il ministro per gli Affari Regionali, Enrico Costa, poi il sottosegretario al Lavoro, Massimo Cassano. Elementi che, certo, non contribuiscono a facilitare il ritorno nel centrodestra di Angelino Alfano.
E poi ci sono i Centristi di Casini e D’Alia, che pur avendo detto addio al governo Crocetta, dialogano costantemente con entrambi gli schieramenti. Ma che ancora non hanno sciolto la riserva. Certo è che se la candidatura di Giampiero D’Alia a sinistra prendesse corpo, Alfano avrebbe qualche difficoltà in più a declinare l’invito a fare parte della stessa coalizione del Pd. Di contro, però, resterebbe fuori dal ragionamento la sinistra, che avrebbe qualche difficoltà in più a sostenere un candidato non solo moderato, ma fino a ieri espressione della maggioranza di governo che ha sostenuto Crocetta.
Qualcosa potrebbe muoversi oggi, a cavallo tra il vertice romano di Forza Italia e la segreteria regionale del Pd, convocata dal padrone di casa, Fausto Raciti. Anche perché agosto è ormai alle porte, i Cinque Stelle sono in campagna elettorale dallo scorso 9 luglio e nessuno ha intenzione di arrivare a settembre ancora impreparato, a due mesi dal voto.
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