Ammuchiata, no grazie. A dire no all’ipotesi di una larghissima coalizione capace di riunire al centro il Partito democratico, Forza Italia e tutte le forze politiche interessate a bloccare l’ascesa del Movimento 5 stelle, è anche Salvo Pogliese. Il parlamentare europeo azzurro, con una nota, ricalca la posizione già espressa dal coordinatore di Forza Italia in Sicilia Gianfranco Miccichè, che ieri aveva assicurato che non si arriverà mai a un accordo con il Pd, definito nell’ordine «sbrindellato, inesistente e malfatto».
«Nessun partito della Nazione, nessuna marmellata consociativa, il candidato del centrodestra per la presidenza della Regione deve essere scelto fra chi coerentemente e orgogliosamente è stato all’opposizione di Crocetta e del suo imbarazzante governo», dichiara Pogliese. Sottolineando che qualsiasi altra scelta verrebbe interpretata dagli elettori come «un’eresia incomprensibile», con il risultato di favorire la vittoria proprio dei cinquestelle. D’altro canto, a ribadire l’indisponibilità ad alleanze trasversali era stato anche Fausto Raciti. «Non possiamo fare nessuna alleanza con Forza Italia per le Regionali, siamo due cose distinte e separate», ha dichiarato ieri il segretario regionale del Partito democratico.
A paventare l’ipotesi partito della Regione è stato Totò Cuffaro. L’ex governatore – fuori dai palazzi della politica, dopo la condanna per favoreggiamento aggravato a Cosa nostra – in un’intervista al Corriere della sera non ha nascosto quello che, a suo dire, sarebbe un progetto realizzabile. Per il quale potrebbe esserci anche un nome da spendere: quello di Roberto Lagalla, ex assessore regionale alla Sanità e già rettore dell’Università di Palermo. Ad agevolare tale scenario, secondo Cuffaro, potrebbe essere la probabile vittoria di Matteo Renzi al congresso del Partito democratico. «La Sicilia è già stata il luogo dove sono stati sperimentati il primo centrosinistra e il primo centrodestra della storia. Perché non può succedere anche col partito della nazione?», ha detto Cuffaro. Assicurando che si tratta di qualcosa «che hanno in testa in tanti, compresi molti renziani e berlusconiani, solo che non possono dirlo».
L’obiettivo, manco a dirlo, è quello di arginare il partito di Grillo che, stando ai sondaggi, in Sicilia si aggirerebbe intorno al 37 per cento. «Lo si può fermare solo se si tagliano le ali estreme di sinistra e destra e si converge tutti al centro», ha sottolineato l’ex inquilino di palazzo d’Orleans. Ipotesi da cui al momento, però, si fa a gara a prendere le distanze. Anche perché ottobre – e con esso le elezioni – è ancora lontano.
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