L’accordo si sarebbe raggiunto a Palermo ma con un forte intervento del Pd nazionale, direttamente con Matteo Renzi e il vicesegretario Lorenzo Guerini. Rosario Crocetta avrebbe accettato di ritirare la sua lista, il Megafono, dalla corsa alle Regionali. Il tutto proprio a 24 ore dal termine ultimo per la consegna.
Dopo giorni di tensioni, riunioni fiume, dichiarazioni infuocate, si va quindi verso un unico elenco, Micari presidente-Arcipelago Sicilia, in cui confluiranno anche gran parte dei candidati fedeli all’attuale governatore. A meno di nuovi improvvisi cambi di programma dell’ultimissima ora, dovrebbero essere dunque soltanto quattro le liste a sostegno di Fabrizio Micari: oltre a quella del presidente, ci saranno Partito democratico, Sicilia futura, Alternativa popolare. Evaporato il progetto di presentare ai nastri di partenza altre tre liste: Next Generation, Sinistra siciliana e, appunto, il Megafono. Tuttavia, secondo fonti interne al partito di Crocetta, la trattativa sta andando avanti.
Ma la decisione – che continua a mettere in ballo anche un possibile incarico nel governo Gentiloni per Rosario Crocetta (da qualche giorno si è liberata la poltrona di viceministro dell’Interno, con le dimissioni di Bubbico) o un suo ruolo di primo piano alle imminenti elezioni politiche nazionali – rischia di amplificare il caos tra i candidati.
Chi, in Arcipelago Sicilia, era infatti sicuro di un posto in cui giocarsi buone chance di successo, deve adesso fare i conti con l’arrivo degli uomini di Crocetta. Discorso valido anche a parti invertite. Starebbero ad esempio valutando il ritiro della candidatura alcuni amministratori locali: l’ex sindaco di Gangi Giuseppe Ferrarello, il primo cittadino di Troina Fabio Venezia, l’ex consigliere comunale di Palermo Totò Zuccaro, il catanese Antonio Leanza, consigliere a Bronte e Nicola Barbalace, componente della direzione regionale del Pd, a Messina.
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