Alle 19.41, l’ora in cui Giulio Regeni uscì per l’ultima volta dalla sua abitazione prima della scomparsa – in tanti si sono riuniti a piazza Pretoria con cartelli e fiaccole di Amnesty International chiedendo verità per Giulio Regeni.
«È una triste realtà che ci vede, al quarto anniversario dalla scomparsa di Giulio, uno studente universitario che si trovava fuori per realizzare il proprio futuro», afferma Barbara Di Maria di Amnesty International Palermo. «Non si sa ancora la verità, nonostante sia stata richiesta da tutti i giornali una mobilitazione nazionale notevole – continua l’attivista – Ci ritroviamo ancora qui per il quarto anno consecutivo e chiediamo alle Istituzioni di muoversi per far luce sulla storia di Giulio Regeni e sulla sua scomparsa».
Giulio Regeni è stato ucciso in Egitto a febbraio 2016. Aveva 28 anni ed era lì come ricercatore dell’Università di Cambridge. Venne rapito il 25 gennaio 2016, giorno del quinto anniversario delle proteste di piazza Tahrir e ritrovato cadavere il 3 febbraio successivo nei pressi di una prigione dei servizi segreti egiziani, in un fosso lungo l’autostrada che porta ad Alessandria d’Egitto. Sul suo corpo c’erano evidenti segni di torture anche se le autorità locali cercarono di giustificare la morte con un incidente stradale.
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