«Reddito di cittadinanza? Il Comune è in ritardo» Movimento 5 stelle chiede lavori socialmente utili

«Senza il Movimento 5 stelle, questa festa di Sant’Agata non si sarebbe fatta». Il consigliere comunale del Movimento 5 stelle Emanuele Nasca ha le idee molto chiare sul contributo pentastellato all’amministrazione comunale. Non tanto sul piano locale, quanto piuttosto su quello nazionale. «Abbiamo salvato Catania dal dissesto», scandisce Nasca. Sì, certo, il dissesto è stato effettivamente dichiarato. Il punto, però, è il famoso Salva Cataniail maxi-emendamento Lega-M5s che ha dato al capoluogo etneo una boccata d’ossigeno a suon di milioni di euro. Serviti per evitare le lacrime e il sangue che il default avrebbe comportato. A eccezione di questi momenti, però, il cuore della conferenza stampa convocata dai grillini a Palazzo degli elefanti è tutto dedicato al reddito di cittadinanza. «È il momento di passare alla fase due». Il ritornello lo ripetono tutti, con insistenza. Dall’eurodeputato Dino Giarrusso alla deputata nazionale Laura Paxia, passando per la deputata Ars Gianina Ciancio e gli eletti al senato cittadino: il citato Nasca, Lidia Adorno, Graziano Bonaccorsi, Valeria Diana e Giuseppe Fichera.

Tra qualche ora, sui banchi del senato cittadino arriverà la mozione a cinque stelle sull’uso delle persone che percepiscono il reddito di cittadinanza per svolgere lavori socialmente utili. Circa settemila persone a Catania, che potrebbero occuparsi di una varietà di settori pressoché illimitata. «Verde pubblico, biblioteche, piccole manutenzioni – elenca Giarrusso – Chiaramente lavori che non hanno bisogno di specializzazioni, perché nessuno vuole togliere ruoli e responsabilità a chi ha i titoli per averli. Ma ci sono tante cose che si potrebbero fare». Compresa la raccolta dei rifiuti, che fino a qualche anno fa veniva gestita anche dal Comune di Catania. «Poi si è deciso che la strada della privatizzazione era quella giusta, e sono così arrivati, in tutt’Italia, imprenditori indegni a prendere in mano la spazzatura», prosegue Giarrusso.

Attorno a lui è un coro di consensi. Non si fa altro che sottolineare l’importanza di un appuntamento come quello di stamattina: «Siamo uniti su tutti i livelli», sottolinea Lidia Adorno. Anche se «è innegabile che il tema della rappresentanza e dei legami tra la base e i vertici del Movimento sia all’ordine del giorno nel dibattito interno», conferma la ex Iena catanese, promossa a Bruxelles dopo avere fatto il pieno di voti. Il problema, però, quantomeno nel capoluogo etneo sembra farsi sentire poco. Forse anche per via degli ottimi rapporti intrattenuti dal gruppo consiliare in Comune con i riferimenti a Palermo, a Roma e in Europa. Anche per questo, per promuovere una semplice mozione da discutere in aula arriva praticamente lo stato maggiore grillino.

Del reddito di cittadinanza – di cui è madrina la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo, catanese anche lei – si parla per lo più per raccontare chi lo percepisce senza averne diritto. «Ma succede anche con la 104», attacca Nasca, riferendosi alla legge che prevede agevolazioni per chi è diversamente abile o chi se ne prende cura. «Ora dobbiamo andare oltre», conclude Adorno. Da qui la mozione: impegnare il Comune di Catania ad avviare progetti di inserimento lavorativo per chi riceve il sussidio, in modo da entrare a regime nel giro di qualche mese. «I cittadini dovranno intanto firmare il patto di inclusione, insieme agli assistenti sociali del Comune – spiega Valeria Diana – A Catania ne abbiamo circa una trentina, che dovranno lavorare su migliaia di pratiche». «Ma si può partire a poco a poco e procedere a scaglioni – interviene Adorno – Se intanto non si comincia, il ritardo si accumula». 

Luisa Santangelo

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