Cosa ci fanno un netino e un rosolinese alla fermata dell’autobus? Inventano un social voice. E’ cominciata così, poco più di un anno fa, l’avventura di Reclog, applicazione mobile gratuita per dispositivi Apple che consente di «fotografare uno stato d’animo, aggiungendo l’emozione alla semplice interazione digitale». Come? Scattando una foto dall’iPhone o dall’iPad, registrando contemporaneamente 30 secondi di audio e condividendo tutto con gli amici sui social network o sulla stessa piattaforma. Ad inventarsi questa nuova «esperienza emozionale» sono stati due siciliani: Biagio Teseo, 45 anni, grafico freelance di Rosolini, e Giovanni Cantamessa, 25 anni, studente di Economia aziendale e speaker radiofonico originario di Noto. «Immaginate di sfogliare uno dei vostri album fotografici – spiegano in una nota di presentazione – toccare una foto e ascoltare quello che stava accadendo mentre la scattavate. Meraviglioso vero? Questo è Reclog».
Dalla genesi del progetto al lancio di fine maggio 2013 sullo store di iTunes, ci passano un incontro fortuito a Catania – oggi città adottiva del team – la passione di entrambi per suoni e tecnologia, la vittoria, lo scorso novembre, di un finanziamento a fondo perduto di 25mila euro conferito da Working Capital, programma di Telecom Italia che premia le startup più brillanti e innovative e una partnership con il gestore di telefonia mobile Tim.
«Tutto nasce da un’idea di Biagio – precisa Giovanni – che nel 2011 voleva lanciare un social network per contenuti vocali». Ma il lavoro si era arenato e dopo un periodo di stop i due futuri fondatori si sono incrociati per caso a Catania , al termine di un incontro organizzato da Confindustria su impresa e territorio. «Aspettavamo l’autobus per tornare a casa quando, tra una chiacchera e l’altra, è venuto fuori il progetto di Biagio, che inizialmente si doveva chiamare Rec and Share – racconta il collega – l’idea mi è piaciuta e ho deciso di unirmi a lui». Così il nuovo team si è chiuso in casa a lavorare a quello che dopo due giorni è diventato Reclog. Da quell’incontro fino ad oggi è stata un’escalation di successi. Primo tra tutti la vittoria, il 25 giugno 2012, della tappa catanese del Working Capital Accelerator, barcamp di Telecom Italia gira lItalia per scovare idee digital interessanti e aiutarle a diventare imprese.
Un motivo in più per incoraggiare Biagio e Giovanni a compilare l’application form per partecipare al programma 2012 di Working Capital, per ottenere un grant di ricerca (finanziamento a fondo perduto) di 25mila euro. «Abbiamo deciso all’ultimo minuto – racconta Giovanni – volevamo provarci ma non ci aspettavamo di vincere», confessa. E invece hanno vinto. La comunicazione, dopo mesi di attesa, è arrivata l’11 novembre 2012. «Ricordo che Biagio mi chiamò e mi disse: “ho due notizie: una buona e una cattiva. La cattiva è che non abbiamo ancora preso i biglietti e dobbiamo partire tra due giorni”», racconta Giovanni divertito. Tornati dalla cerimonia di premiazione, i due fondatori hanno formato l’attuale team di Reclog, che include Giuseppe Nucifora e Mario Nolassi, sviluppatori iOS, e Salvo Pappalardo, che ha progettatto e creato le Api.
Dopo mesi di prototipazione, dal 24 maggio è online – e scaricabile gratuitamente da iTunes – la prima versione di Reclog. Che in dieci giorni ha raggiunto quota «mille utenti da tutta Italia ed è apparsa nella classifica dei 26 social network più scaricati nel nostro Paese», racconta Giovanni. Con questa release è possibile scattare fotografie e registrare insieme l’audio in alta definizione fino a 30 secondi, applicare dei filtri artistici alle immagini, visualizzare i contenuti degli altri utenti, condividere i take audiovisivi su Facebook, Twitter e Tumblr, interagire con gli amici lasciando un commento o un applauso ai loro scatti direttamente dalla dall’app. Per utilizzarla, ci si può loggare tramite Facebook oppure registrarsi alla piattaforma con email e password. Con una chicca: la gestione intelligente dei contenuti con l’opzione Take in coda, che permette di utilizzare l’applicazione anche offline e condividere i contenuti in un secondo momento.
Ma il progetto è in continua evoluzione. «Questa è una public beta – precisa Giovanni – che abbiamo lanciato per dare il prodotto in mano agli utenti, farli giocare e farci dire da loro cosa amano e cosa invece vorrebbero che si modificasse». A breve, infatti, arriverà una nuova release con «tante belle aggiunte: stiamo lavorando per integrare hashtag e mention, come su Twitter e Instagram, e poi sono già in cantiere la versione per Android e una piattaforma desktop, insieme ad altre sorprese», assicura il co-ideatore. Ambiziosi anche i piani di sviluppo per il futuro: portare Reclog «fuori dalla comunicazione digitale – anticipa Giovanni – rendendolo non solo un social network, ma qualcosa di tangibile. L’app – continua – è solo il primo passo di una scala più ampia che si muove anche verso le tre dimensioni. E’ una strada folle, ma abbiamo deciso di percorrerla. Ne vedrete delle belle», spiega senza rivelare di più.
Nel frattempo il team sta mettendo a punto anche un business model. «Al momento non abbiamo guadagni – spiega Giovanni – perché stiamo investendo il capitale iniziale di Working Capital per lavorare sul prodotto e renderlo più vicino possibile alla perfezione, ma in un futuro prossimo vorremo guadagnare concretamente da questo progetto». Le revenue potrebbero arrivare da «versioni pro, anche da desktop, e profili avanzati a pagamento, sfruttando la vanity degli utenti», anticipa il co-fondatore. Ma adesso l’obiettivo primario del team è di far conoscere Reclog. E per farlo può contare su un partner d’eccezione. «Siamo stati contattati da Tim che si è dimostrata interessata al progetto e si è offerta di aiutarci a dargli visibilità in cambio di una partnership», spiega. L’applicazione, infatti, reca la dicitura powered by Tim e «a breve partirà una campagna di co-marketing», annuncia Giovanni. «Per adesso siamo partiti con la comunicazione base, ma stiamo preparendo una campagna pubblicitaria davvero soprendente».
Quella di Reclog è una storia di successo che dimostra come «fare impresa al Sud non è impossibile», sottolinea il co-ideatore. Per spiegarlo, «rubo le parole al mio socio Biagio: il Sud è solo un punto relativo di osservazione per chi sta guardando», sottolinea Giovanni. E, raccontando la sua esperienza, consiglia ai giovani siciliani di «non farsi scoraggiare dalla Tv e giornali quando dicono che non ci sono possibilità perché non è sempre vero, non bisogna abbattersi ma prendere le difficoltà come una sfida per fare meglio». Perché «con buone idee e creatività, e mettendosi in gioco con un progetto che vale, si può andare avanti».
[Foto di Reclog su Facebook]
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