Politica

Razza spiega il “metodo” della Sanità “con le carte in regola”. De Luca: «Mio padre aspetta la terapia da 7 mesi»

«Alcuni giornali dopo lo scontro tra Marco Falcone e Gianfranco Micciché, e le sue dichiarazioni che invocano indagini della Procura, si sono impegnati nella ricostruzione delle scelte che furono fatte dal Governo della Regione nella passata Legislatura. Tra queste le nomine dei direttori generali della Sanità. Lo ricordo, […] in Sicilia una cosa l’abbiamo fatta molto bene. Nella selezione dei direttori generali, abbiamo fatto anticipare le valutazioni della politica da una commissione che è andata oltre ciò che diceva il decreto Lorenzin; non ha giudicato genericamente tutti i candidati e individuato quali fossero idonei ma ha, addirittura, deciso tra quali candidati idonei si potesse scegliere per le aziende in base alla propria dimensione, al criterio di attenzione verso i pazienti».

Così l’ex assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, interviene nel dibattito aperto affidando la sua lettura ad un videomessaggio pubblicato sulla propria pagina Facebook. Parole espresse da privato cittadino e in assenza di confronto e/o contraddittorio che intendono spiegare il metodo applicato. L’intervento, però, arriva non solo dopo le accuse lanciate durante la festa del Tricolore da Marco Falcone al leader di Forza Italia in Sicilia, Gianfranco Micciché, ma anche dopo la denuncia pubblica, avvenuta a sala d’Ercole, sui disservizi proprio nella Sanità siciliana. E si tratta di un caso che si protrae da sette mesi, dunque da maggio cioè da quando era in carica la precedente amministrazione. «Mio padre – ha dichiarato Cateno De Luca – ottantenne, colpito da ischemia e costretto su una sedia a rotelle, da maggio scorso è in attesa dell’avvio della logopedia domiciliare che gli consentirebbe di tornare a parlare con la sua famiglia. Purtroppo da mesi stiamo aspettando che arrivi il suo turno. È questa la fotografia della Sanità in Sicilia. Una situazione che oggi tocca mio padre ma che ogni giorno è vissuta da tanti cittadini che sono costretti a liste di attesa infinite che non tengono conto della gravità della patologia né della condizione del paziente».

Ma, come detto, non si tratta dell’unica storia. L’elenco potrebbe essere lungo a partire da chi circa un anno addietro, già in precarie condizioni di salute per altra patologia, ha dovuto affrontare un viaggio in ambulanza da Catania a Grammichele e poi fino a Ragusa. Anche questa è la Sicilia «con le carte in regola».

Umberto Triolo

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