Grano duro siciliano, destinato a essere venduto ai mulini per essere macinato e diventare farina, conservato in un deposito nel territorio del Calatino, in provincia di Catania. Sono questi i nuovi dettagli che emergono a seguito della notizia, resa nota dai carabinieri, del sequestro di 937 tonnellate di cereali conservati in mezzo a ratti e piccioni morti. Sul pavimento del capannone, inoltre, sarebbero stati presenti e perfettamente visibili gli escrementi degli animali che si muovevano in mezzo al prodotto che sarebbe finito, dopo la lavorazione, sulle tavole dei cittadini. Il titolare dell’azienda è stato denunciato con l’accusa di avere tenuto cibo destinato al commercio in cattivo stato di conservazione e sarà la procura di Caltagirone a stabilire, adesso, che fine farà il grano duro. Allo stato attuale, al magazzino sono stati apposti i sigilli: nei prossimi giorni dovrebbero essere eseguite delle analisi sui chicchi per comprendere se la conservazione in un luogo insalubre lo abbia contaminato.
Sulla base di quello, poi, si deciderà il destino dell’intero carico. In base a quanto si apprende dal nucleo di Tutela agroalimentare dei carabinieri di Messina (che si occupano di questo genere di vicende su tutto il territorio siciliano), il controllo dal quale è scaturito il sequestro è stato finora l’unico a dare un esito di questo genere. L’attività di sorveglianza sui depositi cerealicoli è partita alcuni giorni fa e continuerà nelle prossime settimane: poi, però, sarà sospesa poiché i magazzini saranno già stati svuotati per accogliere i nuovi carichi dopo il prossimo raccolto. «Non c’è stata alcuna segnalazione rispetto a quel particolare magazzino – spiegano i militari – Si tratta semplicemente di un’attività che abbiamo avviato di recente su questo settore e che stiamo portando avanti».
«Nelle aziende non ci sono più, ormai, i grandi quantitativi di prodotto che c’erano nei mesi scorsi – proseguono – ma lavoriamo anche sugli altri settori dell’agroalimentare siciliano, di per sé vastissimo». Nei depositi di tutta la Sicilia, quindi, nelle prossime settimane potrebbero arrivare i militari chiamati a ispezionare la conservazione del grano. Soprattutto quando non è contenuto all’interno di silos («più facili da mantenere e, quindi, più igienici») ed è invece stoccato nei capannoni.
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