Ha iniziato lontano dai riflettori il suo mandato Girolamo Caruso, ultimo amministratore unico della Rap, l’azienda che si occupa della raccolta e della gestione dei rifiuti a Palermo. Non poteva essere in maniera diversa visti i tanti impegni e le tante grane da risolvere, non ultima quella di una raccolta differenziata che ancora stenta a tornare a pieno regime nei quartieri che beneficiano del servizio. Il problema principale tuttavia a rimanere sul tavolo è quello legato ai soldi. Soldi che mancano nelle casse dell’azienda, che sembra entrata in un tunnel che a Palermo riporta alla mente vecchi fantasmi, quelli di Amia, la partecipata dalle cui ceneri nacque Rap dopo un disastroso fallimento.
Un fantasma che i sindacati conoscono bene e temono, per questo si stanno cercando di bruciare le tappe e se nel secondo incontro con i vertici dell’azienda non arriveranno risposte convincenti, quello di una mobilitazione di massa non sembra poi così improbabile. D’altra parte un primo tentativo di agitazione c’era stato lo scorso febbraio, con Giuseppe Norata ancora saldo in sella alla Rap. Un braccio di ferro, quello tra l’allora numero uno di piazzetta Cairoli e le sigle sindacali, che trovò una soluzione solo grazie alla mediazione del prefetto.
I temi sono sempre gli stessi: gli extracosti dovuti alla chiusura di Bellolampo, con i rifiuti costretti a migrare verso altri lidi, a pagamento; il credito da 55 milioni vantato nei confronti del Comune e la ricapitalizzazione che da anni è ferma al palo. Temi per cui venerdì prossimo, a una settimana esatta da oggi, data del prossimo incontro, Caruso sarà chiamato a fornire risposte concrete e convincenti o sarà nuovamente sciopero. Intanto negli uffici dell’Urega va avanti in sordina la gara da poco meno di 25 milioni di euro per la realizzazione della settima vasca. Il 25 maggio è stato finalmente dato il via libera alla graduatoria, che vedeva le proposte delle aziende classificate come prima e seconda: il Consorzio stabile Agoraa-Scarl – Cospin Srl e la Conpat Scarl, stoppate per l’emergere di alcune anomalie, poi finalmente verificate.
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