Nessuna inversione di tendenza per i conti della Rap che nel 2018 fanno segnare un buco di oltre 12 milioni di euro. Solo nell’ultimo trimestre, infatti, le perdite hanno raggiunto la cifra di 3 milioni e 458 mila euro confermando così «il permanere delle condizioni squilibrio economico». A mettere nero su bianco l’impietoso stato delle finanze della partecipata che gestisce la raccolta e smaltimento rifiuti e lo spazzamento delle strade, è il dirigente del settore Partecipate del Comune. Appena sei pagine, inviate lo scorso 6 marzo al Comune e all’azienda di piazzetta Cairoli, per descrivere un quadro preoccupante: l’analisi delle voci conferma che in fase previsionale «sono stati sovrastimati alcuni ricavi per circa sei milioni di euro».
In particolare 1,8 milioni di ricavi dalla manutenzione delle strade (– 49,13 per cento), 2,6 milioni di euro la chiusura dello smaltimento dei rifiuti ad altri Comuni e, infine, altri dalla gestione diretta del servizio TMB a Bellolampo. «Dalla analisi del dirigente del settore Partecipate del Comune – denuncia il consigliere del M5s Tony Randazzo – emerge un quadro drammatico per la Rap: lo spettro di un’ Amia bis. Una perdita stimata per il 2018 di 12 milioni di euro che andrà praticamente quasi ad azzerare il capitale sociale dell’azienda e rischia di pregiudicare la stessa continuità aziendale». Per il consigliere pentastellato, inoltre, alla crisi economica si accompagna anche quella dei servizi erogati: «Malgrado l’incremento di lavoro straordinario e circa 1900 dipendenti i disservizi sono sotto gli occhi di tutti con la città piena di rifiuti. Una città sempre più abbandonata dove le vie sono discariche a cielo aperto e dove l’attuale amministrazione comunale è distratta da altro e non mostra il minimo interesse a volere affrontare i problemi».
A gettare acqua sul fuoco è l’amministratore unico di Rap: «Era una perdita annunciata almeno per una buona parte, che è stata aggravata da una spesa straordinaria e inaspettata, in particolare l’ecotassa del 2014 e del 2015 che ha inciso notevolmente». Per Giuseppe Norata, la perdita che si è consolidata nel 2018 era già nota perché il primo semestre si è chiuso con un buco di sei milioni di euro. «Avevo dichiarato che non si trattava di una perdita strutturale – continua – tanto è vero che adottando degli accorgimenti, nel terzo e nel quarto trimestre, ho fatto intravedere che c’era una inversione di tendenza. Poi, purtroppo, quando sopraggiunge una sopravvenienza passiva, si può fare ben poco».
Altra nota dolente, messa in luce dalla relazione, riguarda le spese per il personale pari a 21,5 milioni di euro, una cifra che incide sul totale dei costi di produzione per il 64,97 per cento. A questo si aggiunge il ricorso allo straordinario, quasi 700 mila euro, di cui 645 mila per il servizio di igiene ambientale e 43 mila euro per la manutenzione delle strade. Su questo punto la società sarà chiamata «ad offrire ulteriori elementi chiarificatori – si legge ancora nella relazione – atteso che, nonostante il lavoro straordinario registrato nel periodo, le prestazioni relative al servizio di igiene ambientale rese dalla società nel corso dell’ultimo trimestre 2018 ed in particolare nel mese di dicembre sono state connotate da significativi disservizi».
«Ricordo che nel periodo natalizio abbiamo dovuto sopperire a una emergenza non da poco – aggiunge Norata a proposito delle spese per le maestranze – quando ho prescritto due ore di straordinario alla fine del turno. Tra carenza del personale ed eventi imprevisti è chiaro che si doveva sopperire in qualche modo – conclude – Stiamo lavorando per risolvere questa emergenza».
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