Ettore Artioli dovrebbe essere il prossimo direttore generale della Risorse ambiente Palermo. Il sindaco Leoluca Orlando non può fare a meno dell’amico di Luca Cordero di Montezemolo per risolvere tutti i problemi economici nella partecipata comunale. La Rap – da poco sostituita all’Amia – sta muovendo i primi passi fra mille inciampi. Come a inizio anno, con il nuovo caso di assenteismo – con 30 dipendenti pescati ad allontanarsi subito dopo aver timbrato – che ha rimesso in discussione l’organizzazione della società. Il fedelissimo di Ollando, come chiamano il primo cittadino nei quartieri popolari, nel corso degli anni, dopo aver gestito l’Amia (Azienda municipalizzata igiene ambientale), ha abbandonato solo dopo sei mesi la guida dell’Amat (Azienda municipalizzata trasporti) per candidarsi alla Camera nella lista di Scelta Civica senza però ottenere la poltrona. «Mi dedicherò soltanto alla politica», raccontava durante la sua campagna elettorale del 2013. Invece oggi pare che si ritroverà a risanare i conti della partecipata comunale più chiacchierata di Palermo.
Un curriculum di tutto rispetto quello dell’imprenditore palermitano di terza generazione: «A capo di un gruppo di società, che spaziano dal comparto chimico-plastico agli imballaggi, dalle telecomunicazioni alla ICT, dall’arredo in legno alla ristorazione, fino al ramo immobiliare». Ex presidente di Confindustria Sicilia nel 2002, poi vice-presidente di Confindustria con delega al Mezzogiorno, è stato da sempre agguerrito contro la mafia e Cosa nostra.
«La scelta di Ettore Artioli, così come quella di tutti i presidenti delle aziende partecipate, si è basata su un criterio molto semplice: la provata competenza ed esperienza, supportate, proprio nel caso di Ettore Artioli, dalla passata esperienza come amministratore dell’Amia che ha vissuto sotto la sua direzione una stagione di efficienza e produttività come mai nella sua storia», raccontava ai giornalisti Orlando nel 2012, a seguito della nomina all’Amat del suo fedelissimo. Nomina che ai tempi, non è stata digerita dalle associazioni antiracket.
In un comunicato di Addiopizzo, associazione Libero futuro e Professionisti liberi parlano di «cointeressenze (e cioè la partecipazione all’interesse o utile di un affare o di un’azienda, ndr)» di Artioli con Fabio Cascio, già componente del cda della Centralgas poi confiscata per infiltrazioni mafiose, e rendono noto che nel 2008 era stata perciò da loro respinta una richiesta di adesione da parte di Artioli.
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