Randagismo, volontari esasperati nelle periferie «Ci leghiamo in piazza se il Comune non aiuta»

«Mi lego in piazza davanti a tutti se nessuno ci aiuta. È diventata una situazione insostenibile quella che viviamo nei quartieri Librino, San Giorgio e Villaggio Sant’Agata. Non si contano i cani che si aggirano per le vie: cani che noi amiamo, sfamiamo e curiamo. Ma tutto a nostre spese». Con queste parole Maria Teresa Brunetti, residente a Librino, racconta una situazione che va avanti da troppo tempo. «Siamo quattro volontari – spiega la donna – io, Nunzia Ranieri e i coniugi Giuseppe e Clara Cannavò e ci occupiamo ogni giorno di un centinaio di cani randagi. Quello che chiediamo è solo un aiuto da parte del Comune». Sostegno che, però, fino a questo momento non sarebbe arrivato.

«Ci danno il contentino dandoci ogni tanto un po’ di croccantini – aggiunge la signora Nunzia Ranieri, del quartiere San Giorgio – ma questo non può bastare. Noi vogliamo croccantini ogni settimana, latte per i cuccioli, sterilizzazioni, insomma tutto quello che può servire ad aiutare questi cani». Per questo stamattina i volontari si sono presentati dai responsabili al randagismo del Comune, ma a quanto pare, non hanno ottenuto risposte. Né promesse da parte degli uffici comunali.

«Mi sono messa a urlare davanti a loro – afferma Brunetti – non mi vergogno a dirlo. Ci devono aiutare. Non è possibile che anche per un farmaco io mi debba rivolgere a un mio amico veterinario che gratis (e lo ringrazio) mi fornisce ciò che serve. Mi si stringe il cuore quando vedo i cani morire perché i croccantini non bastano, o perché non ci sono le dovute cure, o perché vengono investiti o addirittura avvelenati. Perché succede anche questo: qui non tutti amano i cani come noi». «Anche noi rischiamo di essere investiti – aggiunge Ranieri – è pericoloso dare da mangiare ai cani per strada. Per questo abbiamo anche chiesto un rifugio per togliere i cani dalla strada».

E a quanto pare il rifugio dove poter accogliere i loro amici a quattro zampe esiste. «Sappiamo che c’è un terreno alla zona industriale – afferma Nunzia Ranieri – e c’è un’associazione che è disposta ad occuparsene. Tutti noi siamo disposti a continuare a nutrire e curare i cani in questo terreno ma, dopo tante promesse, ancora nessuno ha provveduto a sistemare questo luogo». Dunque rimangono in attesa al momento. «Noi non ci fermiamo finché non si smuove qualcosa – conclude Maria Teresa Brunetti – oggi siamo stati qui per far sentire la nostra voce e finché non otteniamo qualcosa di veramente concreto continueremo a lottare per i cani».

Sonia La Farina

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