Ragusa tira fuori dal cassetto un vecchio progetto delle Ferrovie dello Stato e punta decisa alla mobilità sostenibile. L’idea è creare un sistema metropolitano di tipo leggero, sfruttando il tracciato a binario unico già esistente della linea Siracusa-Canicattì che taglia in due la città, realizzando ex novo soltanto le fermate. Per farlo, ci sono a disposizione i fondi del bando ministeriale dedicato alla riqualificazione dei Comuni capoluogo che permetterebbero di finanziare i 18 milioni di euro necessari per realizzare l’opera.
E la giunta a Cinque Stelle, guidata dal sindaco Federico Piccitto, ha inserito il progetto tra le priorità dell’amministrazione. «Attualmente – spiega l’assessore ai Lavori Pubblici e Trasporti, Salvatore Corallo – la linea che porta a Siracusa e Canicattì è sottoutilizzata ed è un vero spreco considerando le potenzialità del treno nel nostro territorio. La metropolitana potrebbe rilanciare il trasporto su ferro, creando un nuovo sistema di viabilità per i ragusani. Considerando che esistono già i binari, l’opera non prevede interventi invasivi e, una volta assicurato il finanziamento, sarebbe di facile attuazione».
Nell’ambito degli interventi di ammodernamento della Siracusa-Canicattì, la stessa Rete Ferroviaria Italiana nel 2005 aveva aggiornato il progetto, prevedendo cinque stazioni urbane lungo il tratto di linea che attraversa Ragusa. L’ufficio tecnico del comune ibleo punta, invece, a realizzare nove fermate, collegando così la frazione di Donnafugata con Ibla, distanti trenta chilometri.
«La prossima settimana incontreremo nuovamente Rfi – precisa l’ingegnere Michele Scarpulla – con la quale rinnoveremo la convenzione che permetterà di lavorare in sinergia per il progetto preliminare. Oltre alle fermate, bisognerà includere la realizzazione di interconnessioni tra la metropolitana e il centro cittadino. Vorremmo costruire impianti di scale mobili o ascensori così come previsto a Piazza del Carmine o con l’elicoidale che unirebbe Ibla al centro storico. L’obiettivo è disincentivare l’uso del mezzo privato, ottimizzando i collegamenti anche con la messa in servizio di piccoli bus a basso impatto ambientale. In questo modo si attuerebbe un piano alternativo, adeguato alle particolari esigenze della città. È una scommessa a cui crediamo molto, visti anche i numerosi bandi disponibili per intraprendere la strada della mobilità sostenibile».
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