Sebastiano Distefano ha costruito un piccolo impero imprenditoriale in provincia di Ragusa, ma secondo la Direzione investigativa antimafia lo ha fatto in maniera sospetta, considerato che le risorse lecite dichiarate da lui e dal suo nucleo famigliare sono del tutto insufficienti per giustificare un patrimonio di notevole entità: sei società, di cui quattro impegnate nel settore delle onoranze funebri e una nella gestione di parcheggi, un’altra di un bar, e ancora automezzi, dieci fabbricati e terreni sparsi in mezza provincia iblea. Beni, per un valore complessivo di tre milioni di euro, che sono stati sequestrati all’imprenditore ragusano da parte della Dia di Catania. È stato il Tribunale di Ragusa ad accogliere la richiesta formulata dal direttore della Dia, Nunzio Antonio Ferla.
Il curriculum di Distefano, 58 anni e detto Roberto, è ricco di coinvolgimenti in indagini giudiziarie, tanto da essere definito dagli investigatori «un elemento con una spiccata propensione a delinquere». Si comincia nel 2003 quando la squadra mobile di Palermo inoltra alla Direzione distrettuale antimafia una comunicazione relativa a 14 soggetti, tra cui Distefano, che avrebbero provato a commerciare cocaina, eroina e hashish tra la Germania e la Sicilia. Nel 2009 l’imprenditore è stato arrestato perché accusato di aver distrutto un edificio di un suo concorrente. Sei anni dopo, in secondo grado, però, è stato condannato solo per detenzione e porto illegale di materiale esplodente. A giugno del 2010 è stato denunciato per associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffe ai danni di compagnie assicurative. E in tempi più recenti, nel 2015, Distefano è stato nuovamente arrestato perché doveva scontare una pena residua di quattro mesi e 29 giorni per il reato di riciclaggio inerente valori di bollo contraffatti.
Nel frattempo sono andati avanti gli accertamenti sul patrimonio riconducibile all’imprenditore, facendo emergere «una cospicua e generalizzata sproporzione tra i redditi dichiarati e il patrimonio posseduto». È scattato quindi il sequestro di diversi rapporti bancari in corso di quantificazione, quattro automezzi, cinque imprese (Croce Bianca Iblea di Distefano Sebastiano, Centro Servizi Funerari di Distefano Fabio, Centro Servizi Funebri Srl e L’azzurra Onlus Associazione di Volontariato sono impegnate nel settore delle pompe funebri), la società Agid che che si occupa di bar e ristorazione, tutte operanti a Ragusa. Inoltre sono state sequestrate il 50 per cento delle quote sociali della Aeroporto Immobiliare e servizi Srl, con sede in Ragusa e attiva nella gestione di parcheggi e autorimesse. Sigilli infine a dieci fabbricati e sei appezzamenti di terreno tra Ragusa, Ragusa Ibla, Santa Croce Camerina, Chiaramonte Gulfi e Comiso.
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