Ragusa, nuove trivellazioni in aree protette Legambiente: «C’è il rischio di gravi danni»

Una valle protetta da vincoli paesaggistici, una zona già sfruttata con danni rilevanti per l’ecosistema. La valle del fiume Irminioche dal monte Lauro taglia la provincia di Ragusa sfociando nel Mediterraneo – fa parte dell’omonima riserva naturale Macchia Foresta, istituita quasi trent’anni fa. Adesso, come denuncia Legambiente, il suo fragile equilibrio rischia di essere messo in pericolo da attività di ricerca di petrolio. La Irminio srl, che ha già condotto l’anno scorso studi in contrada Tresauro provocando l’inquinamento della falda acquifera, ha anche un pozzo in contrada Paolino, nei pressi dell’alveo del fiume descritto da Plinio il Vecchio nel suo Naturalis historia e adesso mira a estendere le esplorazioni.

La società, denuncia la sede locale di Legambiente Il carrubbo, «dopo aver presentato richiesta di ricerca di idrocarburi nel territorio del comune di Scicli con la possibilità di trivellare accanto alla fornace Penna ed alla spiaggia di ponente a Donnalucata, vuole espandersi nella vallata dell’Irminio in contrada Buglia sottana». Una zona a vocazione turistica, con paesaggi invidiati in tutto il mondo. Eppure il traffico di trivelle e condutture aumenta sempre di più. «L’area, che è sottoposta a vincolo paesaggistico con divieto di condurre attività industriali, quali le ricerche di idrocarburi, rappresenta uno dei posti più belli dell’intera provincia – continua la nota di Legambiente – oltre ad essere interessata da diverse attività agricole e zootecniche, che potrebbero venire danneggiate dalle attività in questione». Il minimo problema potrebbe pregiudicare numerose attività, oltre al forte impatto ambientale. «A valle dell’area di ricerca insiste la riserva naturale Macchia Foresta foce dell’Irminio, collegata con essa attraverso il corso d’acqua per cui qualunque incidente, caso non raro come già dimostrato con il pozzo Tresauro, provocherebbe danni gravissimi all’ecosistema».

«La provincia di Ragusa – concludono gli ambientalisti – non ha bisogno di un settore industriale decotto che non dà alcun vantaggio al territorio e solo rischi, ma di innovazione nel settore energetico attraverso le fonti rinnovabili e l’efficienza energetica e dei trasporti».

 

[Foto, scattata nella riserva naturale Macchia Foresta foce dell’Irminio, di giopuo]

Carmen Valisano

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