«Ma picchì non vi nni stati nto vostro paisi?». Una frase in dialetto stretto (che tradotta in italiano significa «Ma perché non ve ne state nel vostro Paese?») è quella con cui si è sentito rispondere Aziz Kalas, un 36enne di origini turche che da anni vive a Ragusa. Dall’altro lato della cornetta telefonica c’è una medica di base del capoluogo ibleo che, adesso, è stata denunciata per discriminazione razziale e abuso d’ufficio. «Un medico che pronuncia una frase del genere con un evidente sfondo razzista – commenta a MeridioNews l’avvocato Michele Savarese che assiste Kalas – non è degno di indossare quel camice».
La conversazione telefonica – che Kalas ha deciso di registrare dal momento in cui ha cominciato a notare un atteggiamento ostile da parte della medica – è avvenuta lo scorso sabato 8 agosto. Il giovane chiama il suo medico di fiducia che, però, in quel momento era sostituito dalla donna. L’urgenza di Kalas è avere la prescrizione per un farmaco antibiotico. Sin da subito la dottoressa gli sarebbe sembrata infastidita. Nella prima parte della telefonata, la donna si è giustificata parlando di un pesante carico di lavoro e del poco tempo a disposizione. La frase incriminata arriva quando il 36enne comincia a fare lo spelling del proprio nome e cognome. Parole che hanno offeso profondamente Kalas, il giovane da tempo residente a Ragusa (con regolare permesso di soggiorno) che lavora come interprete anche su incarico della magistratura. Qualche giorno dopo è arrivata la decisione di denunciare la medica di famiglia.
«Quella indirizzata al mio assistito è una frase brutta, con un evidente sfondo razzista – dice il legale di Kalas – ed è ancora più grave se l’offesa arriva da una persona a cui ci si è rivolti per chiedere aiuto. Io credo che a dovere “rimanere a casa” – continua l’avvocato prendendo spunto dalle parole pronunciate dalla dottoressa – sia proprio chi commette azioni vili come questa. E non certo Aziz che, da anni, vive e lavora in Italia ed è un esempio di buona integrazione». Adesso, della questione – e di eventuali sanzioni disciplinari per la dottoressa – sarà chiamato a occuparsi anche l’ordine dei medici di Ragusa a cui verrà trasmesso l’esposto. «Questa brutta vicenda, lesiva dei valori che deve avere chi sceglie di esercitare la professione sanitaria – conclude l’avvocato Savarese – offende anche ai tanti medici di famiglia che ogni giorno sono in prima linea per la tutela dei propri assistiti».
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