«Il più grosso esponente del movimento anarchico». Così lo definiva Pippo Gurrieri, compagno di tante lotte. Scherzavano spesso insieme, ma chissà se Gurrieri avrebbe immaginato che al funerale laico del militante Claudio Maraia si sarebbe presentata, non invitata, anche la Digos. Non solo. I poliziotti, denunciano gli anarchici, erano presenti sia al corteo funebre, che si è svolto martedì 7 marzo a Ragusa, sia alla cremazione della salma avvenuta a Messina giovedì 9. «Un fatto molto grave – commenta, ancora scosso, Gurrieri – gli agenti hanno superato ogni limite».
Lunedì 6 marzo è venuto improvvisamente a mancare Claudio Maraia, per una probabile ischemia. Viveva da solo e il ritardo dei soccorsi probabilmente gli è stato fatale. Maraia aveva da poco compiuto 63 anni. Si era avvicinato agli anarchici nel 1999, quando era autoferrotranviere impiegato presso l’Ast. Aveva militato in Rifondazione Comunista e, prima ancora, aveva fatto parte di Lotta Continua a Caltanissetta. Lo si vedeva sempre ai banchetti anarchici, non ne perdeva uno. Nonostante il fisico pesante, che continuava a trascurare, c’era sempre. Anche i No Muos lo ricordano: non interveniva spesso nelle assemblee, era uno all’antica, ma gli volevano bene tutti anche perchè sapeva smorzare le tensioni con una battuta delle sue, semplici e sferzanti.
Per questi motivi al suo funerale, nella Ragusa che l’aveva adottato, erano presenti tanti volti che si sono visti nelle battaglie passate e presenti in tutta l’isola. E forse proprio la lorto presenza ha allertato la locale Questura. «Prima siamo stati contattati telefonicamente – racconta Gurrieri -. Ma non si sono limitati alla telefonata, bensì due agenti hanno filmato i presenti e altri due hanno seguito sia il corteo che la commemorazione. Il nostro omaggio è diventato addirittura un problema di ordine pubblico. Agli agenti presenti l’ho pure detto che non erano mai scesi così in basso».
Il controllo si è ripetuto due giorni dopo a Messina, dove è avvenuta la cremazione della salma di Claudio Maraia. «Anche in questa occasione – hanno scritto in una nota gli anarchici siciliani – si sono presentati gli agenti della Digos per controllare i presenti e, presumiamo, anche le ceneri del nostro compagno».
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