Ragusa, dati sulla differenziata fermi al 2008 Il Comune si rivale sulla ditta per 2milioni

A Ragusa la raccolta differenziata è ferma a percentuali molto basse e il Comune, per decisione del commissario straordinario, decide di far pagare i danni alla ditta che gestisce il servizio, la Busso Sebastiano srl. Sono stati già detratti 51mila euro in riferimento agli scarsi risultati del secondo semestre del 2012, ma la penale in totale ammonta a poco meno di un milione e 800mila euro e copre un periodo che va dall’aprile del 2008 al marzo del 2011.

La decisione dell’amministrazione segna una vittoria per il circolo locale di Legambiente che da tempo porta avanti questa battaglia. «Finalmente – annunciano gli ambientalisti – dopo anni di insistenti richieste, di silenzi da parte della passata amministrazione comunale e le minacce di querela da parte dell’ex sindaco vediamo finalmente riconosciuta la correttezza delle nostre tesi». La ditta Busso inizia la gestione del servizio rifiuti a Ragusa nel 2008, sostituendo l’impresa municipalizzata. In quel momento la percentuale di differenziata è del 16 per cento. «Nel capitolato d’appalto si impegnavano ad incrementare la raccolta in un anno del 10 per cento, per arrivare in due anni al 36 per cento», spiega Claudio Conti, di Legambiente Ragusa. Invece i numeri non cambiano, anzi. «Fino al 2010 la percentuale è scesa sotto il 15 per cento, dal 2011 si è saliti poco sopra il 16. Dati lontanissimi dalle disposizioni di legge e molto distanti anche da quanto previsto per contratto», aggiunge. Oggi 30mila dei 70mila abitanti di Ragusa usufruiscono del servizio porta a porta, ma le ultime statistiche della ditta Busso parlano di una percentuale di differenziata ancora ferma al 20 per cento.

Ecco perché lo scorso 18 marzo il dirigente comunale del settore Ambiente ha aperto una procedura di applicazione della penale nei confronti dell’impresa privata. Ogni mese verrà detratta una somma dal pagamento all’impresa fino ad arrivare a un milione 728mila euro. «Il Comune può agire direttamente sulla ditta – spiega Conti – e comunque anche l’Ato ha verificato che i dati non rispettano i parametri del capitolato». Naturalmente gli ambientalisti si aspettano un ricorso da parte della Busso, ma non sono preoccupati del rischio che tutto venga bloccato dalla burocrazia. «Dal punto di vista giuridico la situazione è chiara – precisa il portavoce di Legambiente Ragusa – e inoltre il debito è già stato accertato dalla magistratura. La ditta infatti ci aveva querelato in passato, ma il giudice nella sentenza di archiviazione ha affermato che i nostri dati erano veri».

Resta una domanda inevasa: perché la precedente amministrazione guidata dal dimissionario Nello Di Pasquale, oggi deputato all’Assemblea regionale, ha preferito non agire a tutela dei cittadini? «Ce lo chiediamo anche noi – conclude Conti – tanto più che abbiamo anche ricevuto minacce di querela da parte dell’ex sindaco». Adesso il circolo di Legambiente Ragusa rilancia. «Rimane ancora l’ombra – denuncia l’associazione – su eventuali servizi e assunzioni che non sarebbero stati mai autorizzati ma, sembra, regolarmente pagati e su servizi non prestati, quali la mancata apertura per circa un anno e mezzo del centro comunale di raccolta, a seguito del quale non è dato sapere se è stata applicata l’adeguata riduzione del canone contrattuale».

[Foto di Fildil]

Salvo Catalano

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