Nel caos sulla raccolta della spazzatura a Catania spunta una nuova variabile: che si faccia un’altra gara-ponte. Da preparare, pubblicare e concludere nei prossimi dieci giorni. È questa la novità emersa oggi durante l’incontro tra il primo cittadino Enzo Bianco e i sindacati che difendono i diritti dei lavoratori del cosiddetto bacino prefettizio. Centocinque persone, licenziate dalle precedenti aziende, che attendono da mesi di essere stabilizzate nel settore dell’igiene urbana cittadina. Gli ultimi contratti a tempo determinato sono scaduti intorno a metà febbraio e, al termine di marzo, per loro non ci saranno neanche più gli ammortizzatori sociali. Così, con l’inchiesta Garbage affair che ha scoperchiato un presunto sistema di corruzione nella gestione dell’appalto, gli operai hanno forzato la mano: ieri hanno occupato per ore l’incrocio tra via Etnea e via di Sangiuliano, ottenendo che stamattina i loro rappresentanti venissero ricevuti dal sindaco.
Così le sigle sindacali si sono presentate oggi a Palazzo degli elefanti numeri alla mano: quelli delle 105 persone disposte di nuovo a proteste eclatanti per garantirsi un impiego. «L’esito dell’incontro è stato certamente positivo – dichiara a MeridioNews Alfio Leonardi, sindacalista Cgil – Abbiamo segnato un passo importante verso la soluzione della questione del bacino prefettizio. Il sindaco ha preso una serie di impegni in prima persona». Il primo è capire se il commissario straordinario di Senesi – che ancora deve insediarsi e che a Catania non si è mai fatto vedere – intenda o meno accettare una nuova proroga del servizio al raggruppamento temporaneo d’imprese Sen.Eco., composto appunto da Senesi e dal colosso romano Ecocar. Qualora l’amministratore prefettizio opponesse un rifiuto, l’opzione potrebbe essere una soltanto: un secondo mini-bando. Nell’ambito del quale Bianco intenderebbe tentare di negoziare anche le posizioni dei 105 lavoratori definiti «a singhiozzo».
Del resto, i dipendenti transitati dai vari appalti (oltre 650 persone) non sarebbero sufficienti. E a dimostrarlo ci sarebbero i continui disservizi e la cattiva esecuzione dello spazzamento e della pulizia in città. Una nuova gara-ponte – dello stesso genere di quella che ha portato Sen.Eco. a lavorare all’ombra dell’Etna per quasi un anno – sarebbe da fare in tempi brevissimi: il contratto precedente scade al termine di questo mese, dopo 318 giorni e un costo di quasi 36 milioni di euro. Prima di allora, quindi, bisognerà capire quale sarà l’azienda – o le aziende – in grado di intestarsi un micro-appalto per la spazzatura cittadina con così poco preavviso. Non solo una questione di tempi, ma anche di strumenti. «Non ci sono ancora certezze – puntualizza Corrado Tabbita Siena dell’Usb – Finché non si avranno notizie dal commissario di Senesi non si potranno fare previsioni più precise».
Il primo cittadino avrebbe prospettato una procedura negoziata da svolgersi di concerto con la prefettura, attingendo all’elenco di imprese regolarmente iscritte alla white list della prefettura di Catania. Una garanzia, certo, ma non equivalente a quella fornita – allo stato attuale – dalla prosecuzione con Sen.Eco: sia Senesi sia Ecocar sono amministrate da commissari messi lì dallo Stato. E l’inchiesta della magistratura ha fatto sì che venissero puntati i fari sull’attuale sistema, stringendo le manette attorno ai polsi di presunti corrotti e corruttori. La strada che sarà intrapresa dall’amministrazione sarà resa chiara, per forza di cose, nei prossimi giorni. Per venerdì, intanto, i lavoratori del bacino prefettizio avrebbero chiesto comunque di incontrare la prefetta Silvana Riccio. Nella speranza di ottenere rassicurazioni dalla rappresentante territoriale del governo.
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