Quattro euro a cassetta e la spinta indiretta a saltare la pausa pranzo per potere ottenere un salario congruo. È quanto scoperto dalla guardia di finanza a Campobello di Mazara, nell’ambito di controlli nelle campagne. La stagione è quella della raccolta delle olive e nel Trapanese sono molti gli imprenditori che puntano sulla manodopera straniera, spesso disposta a sottostare a condizioni ai limiti dello sfruttamento per riuscire a guadagnare qualcosa. Nello specifico i finanzieri hanno denunciato due imprenditori, accusati di avere retribuito con paghe irrisorie 15 braccianti. Il salario a cottimo sarebbe stato scelto appositamente per spingere i lavoratori a rendere il più possibile.
A Castelvetrano, invece, un uomo è accusato di avere creato una società di reclutamento di braccianti agricoli che venivano poi sub-affittati ad altre aziende, guadagnando un euro su ogni chilogrammo di olive raccolte dai lavoratori. Il sistema, stando alle Fiamme Gialle, sarebbe stato ideato violando la legge Biagi. Nel corso dei controlli nella provincia sono state elevate sanzioni per 60mila euro.
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