La raccolta differenziata a Palermo non decolla proprio. I numeri forniti dal report del Dipartimento rifiuti della Regione parlano chiaro: nel 2018 appena l’1% in più rispetto all’anno precedente.
Se nel 2017 la città si era piazzata al 284° posto dei comuni «virtuosi» siciliani con il 14,23%, la situazione non è sostanzialmente cambiata con la nuova classifica. La posizione è perfino peggiorata (336ª) ma è aumentato il dato della raccolta salito al 15,3%. E se guardiamo alle statistiche mensili, a settembre 2017 eravamo al 13% mentre un anno dopo si registra un incremento al 16,6%. Un passo avanti oppure è troppo poco?
«La crescita non c’è stata – dice Maria Zammito, presidente di Legambiente Palermo -, stiamo parlando di nulla. L’immondizia nelle strade e le piccole discariche nei quartieri sono visibili a tutti, altro che differenziata. Non ci siamo proprio, rispetto alle esigenze della città siamo indietro anni luce. Servono politiche serie e efficaci sul problema dei rifiuti. Noi come associazione lo abbiamo sempre detto chiaramente, e più volte. Bisogna avere il coraggio ed essere disposti anche a scelte impopolari. Cosa serve avere una Capitale della cultura, quando poi i cumuli di spazzatura ci sommergono, com’è accaduto a dicembre?».
Nella top ten siciliana, ci sono Prizzi (4ª), Giardinello (5ª) e San Giuseppe Jato (7ª) mentre in testa si piazza Zafferana Etnea, 9562 residenti con una percentuale media dell’83,9%. Insomma va meglio in provincia e, magra consolazione, l’altro grande capoluogo – Catania – è messo peggio di Palermo con solo l’8% di raccolta e il 361° posto in graduatoria. «L’amministrazione comunale e la Rap devono cambiare approccio – continua l’esponente di Legambiente – avviando una campagna di sensibilizzazione mirata, controlli serrati ed efficaci, multe salate anche ai condomini, e soprattutto estendere la raccolta differenziata in tutta la città per non lasciare alibi a nessuno. Ben vengano inziative come l’isola ecologica in viale dei Picciotti ma, da sola non basta. Ne servono altre e anche interventi concreti per dotarsi dell’impiantistica adatta per smaltire tutto il ciclo dei rifiuti. Insomma, per ora, Palermo non può certo gioire», conclude Zammito.
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